Cassazione: multe, ora il Comune può non notificarle. Trasporti: ”interverremo’

di Antonio Amorosi

Da giorni è il panico tra gli automobilisti più attenti. Da quando cioè una sentenza della suprema Corte di Cassazione ha deciso che i Comuni potranno non inviare più ai multati i verbali delle contravvenzioni stradali ma direttamente le cartelle esattoriali. La Cassazione ha emesso la sentenza il 23 ottobre scorso richiamandosi alle Sezioni Unite e potete leggerla qui.

Come funzionava e come funziona. 

Quando si prende una multa il Comune te lo comunica con un avviso entro 90 giorni (via raccomandata o con notifica del messo comunale) che arriva direttamente a casa. Se paghi entro 5 giorni puoi anche avere uno sconto del 30% sull’importo della sanzione. Se dopo la comunicazione invece non paghi, il Comune incarica l’Esattore per la riscossione. Questi ti notifica una prima richiesta di pagamento e poi procede con vari tentativi di pignoramento. Ma bastava l’omessa notifica del primo avviso, la comunicazione della contravvenzione entro 90 giorni, per rendere tutto illegittimo e fare decadere il pignoramento. Avveniva perché la multa poteva anche essere viziata o nulla.

Facciamo un esempio (anche se ce ne possono essere di ogni tipo): hai preso una multa dai vigili per aver superato il limite di velocità, ma c’è un errore perché il rilevatore dei vigili è tarato in modo errato. Riesci a dimostrarlo. Quindi hai ragione. Contesti la decisione e la questione si risolve in “autotutela”, con un’istanza di annullamento della multa presentata direttamente all’Ente che l’ha emanata o contestandola davanti al Prefetto o al Giudice di Pace.

Da oggi potrebbe andare in tutt’altro modo. Perché se in passato l’omessa notifica della contravvenzione stradale faceva decadere la multa oggi viene sanata dall’invio della cartella di pagamento a casa del multato (e dopo inevitabilmente tanto tempo). La sentenza della Cassazione, cambia cioè tutto il quadro, dando campo libero ai Comuni che potranno citarla in sede di giudizio. Fare cioè un po’ come pare loro. Infatti da oggi le contestazioni diventano un miraggio o molto difficili da esercitare. Se contesti una multa, sostiene la Cassazione, in questo caso la cartella di pagamento, non può limitarti a impugnarla per non avere mai ricevuta prima la contravvenzione ma devi contestare i motivi dell’errore, cioè perché non dovevano fartela, cioè i vizi della contravvenzione che la rendono nulla. Sulla carta sembra buon senso ma chiunque chi ha guidato anche solo un triciclo può facilmente intuirne l’assurdità. Diventa difficile contestare qualcosa che di cui non si sa l’esistenza (non avendo mai ricevuto la contravvenzione) o ricordarsi dopo anni di aver superato nel tal posto il limite di velocità. Infatti si saprà della contravvenzione solo dopo tempo, cioè quando arriva la cartella esattoriale.

Sappiamo poi che i Comuni, per allietare il cittadino, eccellono nell’arte di inventarsi balzelli. E con questa sentenza a cui potersi appellare possono avere anche la certezza di incassare. Con la nuova situazione va anche a farsi friggere la possibilità di pagare subito ed avere uno sconto del 30%.

Siamo così sicuri che in forza dell’atto della Cassazione i Comuni non ne approfittino per mandare, almeno ad una quota di cittadini unicamente le cartelle di riscossione e non la contravvenzione? Sarebbe la cosa più semplice per fare cassa.

Vista la gravità del caso che sta diffondendo il panico tra gli automobilisti abbiamo chiesto al ministero dei Trasporti del 5 Stelle Danilo Toninelli se sono intenzionato ad intervenire. Dall’ufficio stampa hanno risposto così: “Siamo a conoscenza della vicenda. Ma una sentenza della Cassazione non cambia la normativa. Non possiamo in questo frangente fare una legge ma se i Comuni ne approfitteranno interverremo. I Comuni devono continuare a seguire la norma. Comunque monitoreremo il caso.”

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