Pd e illegalità, Orfini difende le occupazioni abusive

Salvini: “La proprietà privata è sacra”. Ecco la risposta del piddino Orfini.

Pd – Orfini – deputato e presidente del Partito Democratico – difende chi occupa immobili abusivamente (piu’ che altro immigrati) e si scaglia contro Salvini che vuole rimettere ordine e far rispettare la legalità

Ecco che cosa scrive su Facebook:

“Purtroppo con un governo che fa della mistificazione una missione, ogni volta tocca dilungarsi nelle argomentazioni.
Partiamo dai fondamentali: per la nostra Costituzione la casa è un diritto. Questo significa che nessuno dovrebbe vivere in una condizione di emergenza abitativa. È la ragione per cui in questo paese per anni si sono messe in campo politiche per la casa volte a raggiungere questo obiettivo.

Non è andata sempre benissimo e non sempre si sono fatte scelte giuste. A volte le politiche per la casa sono diventate un sostegno a chi le case le costruiva più che a quelli che ne avevano bisogno. A volte si è finito per favorire la rendita. Non a caso ancora oggi soprattutto nelle grandi città decine di migliaia di persone vivono in una condizione di emergenza. Che significa – per dirla in modo meno garbato – non sapere dove dormire. Le case popolari non bastano e non sempre si hanno le risorse per un affitto. Tanto meno per comprare.

Ovviamente chi si trova in queste condizioni non è felice di starci, anzi. Parliamo di povertà, di condizioni di fragilità. Qualcuno per disperazione finisce per occupare. A volte si tratta di una casa popolare che però spetterebbe a qualcun altro. In alcuni casi questo accade perché la criminalità organizzata occupa spazi lasciati liberi dalle istituzioni e gestisce un vero e proprio racket. È del tutto evidente che questo fenomeno va combattuto e sradicato.
Ma ci sono anche occupazioni differenti.

Ci sono migliaia di persone che vivono in edifici che erano abbandonati da tempo e che sono diventati per quelle persone l’unica possibilità di dare un tetto provvisorio alla propria famiglia. Tetto che avrebbero dovuto garantire le istituzioni.

Certo, non è una soluzione perfetta. Certo, è illegale. Ma lo è anche negare un diritto costituzionale.
Certo la situazione va affrontata. Circa un anno fa Minniti emanò una circolare ai prefetti nella quale si spiegava che lo sgombero di quegli edifici doveva avvenire solo dopo che fossero state individuate soluzioni alternative di concerto con gli enti locali.
Oggi Salvini invita i prefetti a sgomberare senza curarsi di dove finiranno quelle famiglie. Per lui e per il governo evidentemente è un problema secondario. Alle mie obiezioni Salvini risponde che la proprietà privata è sacra. Benissimo, però come ho spiegato fin qui non è di questo che stiamo parlando.

Se si vuole lottare per la legalità si dichiari guerra alle piccole e grandi mafie che soprattutto in alcune periferie difficili gestiscono il racket delle case popolari. Ma non è evidentemente questo il punto. La legalità viene invocata solo per propaganda. Qui c’è qualcosa di diverso anche se certamente non nuovo, un cavallo di battaglia storico della destra peggiore: la povertà considerata come colpa, il disagio come questione di ordine pubblico. Non è un caso che la gestione di un dramma sociale viene scaricata sui prefetti, mentre i ministri fanno le dirette sui social. Altro che prima i più deboli, prima i poveri. Per questo governo i poveri vanno puniti.

P.s.
Una piccola postilla per gli aspiranti leader del Pd che ogni giorno dichiarano di volerlo riavvicinare ai luoghi del disagio e alle periferie. Un conto è dirlo, un conto è farlo davvero. Che significa avere il coraggio di affrontare le contraddizioni e le sfumature e di cambiare radicalmente alcune posizioni: quello della casa ad esempio è uno dei grandi temi sui quali dovremmo ripensare tutto. E ammettere che anche noi abbiamo fatto, al governo e in alcune regioni, scelte sbagliate se non addirittura sposato quella visione punitiva tipica della destra (l’art 5 della legge Lupi che in assoluta solitudine nel Pd ho provato ad abrogare per 3 anni ne è l’esempio più emblematico).
O “Ripensare tutto” è una frase ad effetto per un comizio congressuale – e allora alzo le mani – o significa fare anche le battaglie complicate e magari non immediatamente popolari.
Ma giuste.”