Convegno “Tentazione jihadismo radicale” – Roma, 19 aprile 2018

#TENTAZIONE JIHADISMO RADICALE

Roma, 19 aprile 2018 – ore 16,30
Sala Fondazione Primoli – via Zanardelli 1

Da uno studio francese e dall’osservazione della realtà e della cronaca l’idea dell’incontro ‘’Tentazione Jihadismo Radicale’’, che si tiene a Roma il 19 Aprile presso la Sala Fondazione Primoli.

Quanto sono attratti i giovani europei, e quelli italiani, al radicalismo di matrice islamista? Quanto conta, fra le molteplici tentazioni a cui sono sottoposti i giovani, quella che porta ad affidarsi al proselitismo di matrice jihadista, esercitato da imam fai da te legati alla Fratellanza Musulmana?

Lo studio condotto dai sociologi Anne Muxel e Olivier Galland racconta che essa è una delle prime tentazioni che raggiunge una certa parte dei giovani francesi di seconda generazione. Il sondaggio è stato condotto su 7.000 alunni, un “campione ragionato e diversificato” che riguarda “giovani abitanti di aree urbane sensibili (ZUS), giovani musulmani, giovani frontisti, giovani iscritti a corsi di formazione professionale”.

Il panel, hanno spiegato gli studiosi, conta quindi il 25% dei giovani di confessione musulmana e il 16% degli studenti delle scuole superiori dello ZUS. Lo studio mostra che alcuni dei 7.000 studenti delle scuole superiori legittimano l’uso della violenza più facilmente di altri: quasi il 25% dei giovani intervistati giudica accettabili alcuni comportamenti violenti o devianti (rubare uno scooter, compiere azioni violente per le proprie idee, affrontare la polizia, ecc.) contro l’8% dei giovani in generale (campione di controllo).

Tra gli studenti delle scuole superiori di fede musulmana, quasi un terzo difende queste idee (33%), contro il 20% dei cristiani e il 22% di quelli che si dichiarano senza religione. Uno su dieci del panel (11%) afferma che esiste “una sola vera religione” e che “la religione ha ragione contro la scienza nello spiegare la creazione del mondo”. Idee tre volte più prevalenti (32%) tra gli studenti di fede musulmana rispetto a tutti i 7.000 studenti delle scuole superiori. Inoltre, sottolineano i ricercatori, quasi il 4% dei giovani del gruppo sono colpiti sia di “assolutismo religioso” sia di “tolleranza alla violenza”, una percentuale che sale al 12% tra gli studenti musulmani.

Lo studio, presentato in questi giorni in Francia, spinge ad una riflessione sulla situazione italiana specialmente se si mette in rete questa circostanza con quanto accaduto in queste settimane: l’arresto dell’imam fai da te di Foggia, con l’accusa di radicalizzare ragazzini anche in tenera età spingendo su argomenti come l’uccisione degli infedeli e l’odio verso l’Occidente. E l’arresto del giovane studente italo-algerino che, dopo la radicalizzazione, studiava un attentato nella scuola che frequenta. Ora sottoposto ad un percorso di de-radicalizzazione con un imam, del quale però nulla si sa in quanto a confessione, ideologia e modalità di insegnamento. Questi e altri episodi ci spingono a chiederci: esiste in Italia la ‘’tentazione radicale’’? Esiste anche in Italia un pericolo jihad e proselitismo fra i banchi di scuola? A queste domande tenteranno di rispondere gli esperti convocati da Centro Studi Averroè, che da anni si dedica allo studio e alla comprensione del fenomeno della radicalizzazione e del proselitismo.

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