Palazzo Chigi non paga la tassa sui rifiuti. Morosi anche ministeri e università

di Nello Trocchia – – tiscali.it

Ministeri, università, caserme e, perfino, tribunali. Alla voce mancati pagamenti della tassa sui rifiuti l’elenco è lunghissimo e i soggetti che non hanno ancora effettuato il versamento non sono solo privati, ma anche soprattutto ‘utenti’ della pubblica amministrazione. Succede a Roma dove la gestione del pattume urbano è sempre problematica per carenza di impiantistica, di programmazione e di una raccolta differenziata, ancora insufficiente per gli standard stabiliti dalla legge. Accanto ai problemi cronici se ne aggiunge anche un altro, emerso dall’operazione trasparenza lanciata nei giorni scorsi dal Campidoglio: la morosità. Tiscali ha letto il dossier, non disponibile on line, dell’Ama, l’azienda pubblica di raccolta dei rifiuti, dove vengono elencati i ‘cattivi’ pagatori.

“Morosi di Stato” devono 13,6 milioni di euro

L’ammontare dei mancati pagamenti al 31 maggio 2017 è pari a 100 milioni di euro, una cifra considerevole e ancor più rilevante se si scorrono i nomi dei “morosi”. Il primo gruppo è rappresentato dai ministeri: l’importo totale dovuto ammonta a 13,6 milioni di euro, in totale sono 86 gli utenti che sono indietro con i pagamenti. Il dossier elenca le utenze non domestiche con un debito oltre i 50 mila euro. C’è la presidenza del Consiglio dei Ministri che deve 597 mila euro; il ministero dell’Interno è indietro con i pagamenti per 592 mila euro; 440 mila euro l’Ama li attende dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; 419 mila euro, invece, dal ministero della Giustizia. Alcuni ministeri poi sono indietro anche con altre voci di pagamento relative a sedi distaccate o uffici di diretta pertinenza.

Non solo ministeri, ecco chi non paga

I palazzi e le sedi del governo “morosi” sono al centro anche di un post sul blog di Beppe Grillo, leader del M5S, che batte cassa al governo per 20 milioni di euro. Ma oltre i ministeri in ritardo ci sono gli altri soggetti che, in realtà, rappresentano la fetta più consistente. Il secondo gruppo è rappresentato dai ‘militari’, alcune sedi sono di pertinenza ministeriali, in questo caso sono 158 gli utenti ‘distratti’ e il totale dei mancati pagamenti ammonta a 23,86 milioni di euro. Il comando regionale Lazio carabinieri deve 1.428.863 euro, la legione territoriale carabinieri, invece, 1.185.572 euro, la scuola tecnica di Polizia-Roma è indietro con i pagamenti per 1.134.484 euro. L’elenco è davvero interminabile e, come detto, è aggiornato al 31 maggio 2017, in questi mesi si spera che i soggetti abbiano iniziato a mettersi in regola.

Alcune morosità risalgono ad oltre un anno

C’è poi la terza categoria, quella più consistente, definita ‘comunità’ dove rientrano ospedali, Asl, ambasciate e scuole. Partiamo proprio dalle università. Quella di Roma Tre deve 5.677.840 mila euro, La Sapienza, invece, è indietro con i pagamenti per 2.582.796 euro. Poi c’è il capitolo ambasciate a partire da quella di Egitto con 85 mila euro di arretrati, poi quella turca con 71 mila euro da pagare, in ultimo ci sono quella senegalese, liberiana, vietnamita, filippina, bengalese in debito ognuna per circa 50 mila euro. L’Ama spera di recuperare questi soldi al più presto, è nell’interesse anche dei soggetti istituzionali mettersi in regola dopo la pubblicazione dei dati. Operazione analoga fu lanciata in passato anche dall’ex presidente Daniele Fortini e diverse posizioni morose vennero sanate.

Per l’Ama un futuro incerto a causa delle morosità

Se ai 100 milioni di euro di debiti aggiungiamo anche altri 100 milioni che Ama vanta dalle utenze domestiche, i privati cittadini morosi, si arriva a 200 milioni di euro ai quali si sommano gli evasori totali, quelli che non hanno mai pagato e ai quali neanche arriva la richiesta di pagamento della Tari. Alla fine l’Ama vanta un credito enorme da recuperare con urgenza per pulire la città e immaginare un futuro per l’azienda.

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