Costituente islamica o setta segreta?

di Armando Manocchia

Ieri 2 Luglio, dopo Torino e Bologna (e il prossimo 9 luglio a Roma) si è svolta a Milano, in un capannone del Comune, la costituente islamica. Una cinquantina di musulmani raccattati qua e là in tutto il nord e capeggiati dai Piccardo (tale padre tale figlio) si sono incontrati, in barba al nostro Ordinamento giuridico, per la costituente e poi dare vita al partito islamico italiano.

Alcuni membri del Gruppo Fb Islam No Grazie avrebbero voluto assistere alla costituente – come già accaduto a Torino –  e si sono presentati in Via Maderna 15 a Milano per assistere alla grande convention organizzata dal comitato promotore della costituente islamica promossa appunto dai convertiti Davide e Roberto Piccardo.

All’arrivo del gruppetto antislamico Digos e Carabinieri hanno dato loro il benvenuto comunicando – su esplicita richiesta degli organizzatori della segretissima assemblea – che non sarebbero potute entrare più di due persone per gruppo. Come dire: o mangi questa minestra o salti dalla finestra.

Fuori, oltre a Islam No Grazie, erano presenti altri due gruppi.  Alla fine sono entrati in sei con la minaccia di non usare telefonini, smart phone e tutto ciò che offre oggi la tecnologia, quindi con il divieto di filmare e registrare e, per usare un termine calcistico, ‘marcati a uomo’, controllati a vista.

A Torino, lo scorso 14 maggio, in un’assemblea analoga, non c’erano tutte queste Forze dell’Ordine e soprattutto non vi fu nessun divieto. Chissà nel frattempo cos’è cambiato…

I rappresentanti extraislamici non hanno potuto far altro che gli uditori e prendere appunti. Così sappiamo che:

la cosiddetta costituente si prefigge: l’ambizioso obiettivo di rappresentare tutti i muslim d’Italia (quando anche i sassi sanno che sono divisi in due grandi sette, i sunniti e gli sciiti, accompagnate da migliaia di altre sette minori) con lo scopo di arrivare a firmare quel famoso ‘Patto d’intesa’ con lo Stato Italiano di cui parla in modo netto e chiaro la Costituzione Italiana, rifiutando l’idea, ma Roberto Piccardo non ha negato, che poi il movimento si trasformerà in partito politico.

Tutta dissimulazione. Tutta taqiyya (in arabo: تقية ‎ che nella tradizione islamica indica la possibilità di nascondere, mentire, dissimulare) perché i Piccardo dimenticano di rappresentare soltanto semplicissime associazioni con qualche decina o al massimo qualche centinaia di associati e quindi non la ‘comunità islamica’ che, considerata la dipartita di Allah e Maometto, è rappresentata oggi solo da un dio di carta, il Corano. Pertanto, non si capisce come un governo Italiano costituzionalmente eletto, dotato di buon senso e ragione, possa scendere a ‘Patti’ con chi professa una barbarica ideologia incompatibile con la nostra cultura, inconciliabile con la nostra società, incostituzionale con le nostre leggi, e con dei millantatori. (Sì, millantatori. Perché ergersi a paladini o rappresentanti della ‘comunità islamica’ che nel mondo è composta da 1 miliardo e mezzo di individui, bisogna essere oltre che megalomani, veri e propri millantatori).

Agli ‘intrusi’ (si precisa che l’evento si teneva in un luogo pubblico) non è stata data la possibilità di fare interventi, ma quando Piccardo Senior li ha tirati in ballo dicendo che erano presenti in sala ‘gruppi dell’estrema destra’, Leonida Bellini, in rappresentanza del gruppo Islam No Grazie, si è risentito e si è alzato dicendo di non rappresentare nessun partito, tantomeno di estrema destra, quindi ha cominciato ad incalzare i Piccardo con una serie di domande, ad esempio sulla poligamia, la cui risposta merita attenzione perché puntualmente è stata:

“In Italia c’è già la poligamia. Gli italiani hanno l’amante e vanno a puttane, che problema vi fate?” (facciamo notare a chi ci legge che anche i musulmani vanno a puttane ed hanno l’amante perché possono avere 4 e più mogli e fare matrimoni temporanei, di 1 ora, due, mezza giornata ecc. con chiunque vogliono fare sesso). Alla domanda su come loro interpretano il diritto di famiglia, con la solita retorica demagogica hanno risposto: “rispetteremo le leggi”.

Ma torniamo alla costituente. Per formarla, hanno aperto una piattaforma web dove gli iscritti potranno candidarsi e poi votare un massimo di cento nominati. Il loro programma prevede tra l’altro:

  • Arrivare ad ottenere l’8 per mille;
  • riconoscimento di almeno due feste islamiche, tra quelle che considerano più importanti;
  • insegnamento dell’islam nelle scuole;
  • riconoscimento e controllo di ufficialità del marchio Halal;
  • pausa preghiera sui posti di lavoro;
  • costruzione di più moschee.

Nei loro interventi, hanno inoltre ribadito più volte la necessità che i muslim debbano unirsi per pensare al loro futuro perché tra 10, 15 anni supereranno i 5 milioni di individui e pertanto i loro futuri figli dovranno essere trattati da musulmani, studiare l’arabo, imparare il Corano a scuola ed avere tutti i diritti religiosi del caso. Qualcuno, tra i presenti musulmani, non ha mancato di evidenziare le divisioni tra sciiti e sunniti.

In ultimo è stato fatto notare che, qui in Italia, essi godono già di diritti pari, se non maggiori, a quelli dei cittadini italiani e che l’Italia è uno Stato laico che scinde la religione dallo Stato, ma pare che non abbiamo voluto afferrare il concetto.

Dall’incontro è emersa chiaramente la loro capacità di dissimulare e di mettere in risalto che loro sono i discriminati e noi i cattivi di destra, che mettono in risalto le differenze per partito preso.

Armando Manocchia – –  @mail

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