Almaviva: Roma resta fuori dall’accordo, 1666 lavoratori a casa

 

“Nessuno spazio per modifiche agli accordi”: Almaviva risponde così al pressing dei sindacati per far rientrare anche il sito di Roma nell’accordo siglato con sindacati e Governo il 22 dicembre per dare altri tre mesi di tempo alla trattativa. Il call center di Roma, 1.666 dipendenti, è stato escluso per il no delle Rsu all’intesa (una posizione che non è stata poi condivisa dalla maggioranza dei lavoratori) e da quel giorno ha quindi cessato le attività.

“Apprendiamo oggi, a seguito di sorprendenti dichiarazioni sindacali, che – ha indicato l’azienda – c’è chi vorrebbe cancellare tutto affermando che la totalità delle rappresentanze sindacali di Roma avrebbe agito contro il volere della maggioranza dei lavoratori. Come se i quasi tre mesi di trattativa fossero semplicemente stati un gioco da parte di chi ora vorrebbe rimuovere la responsabilità di agire sulla base di precise leggi in rappresentanza dei lavoratori”,

Oggi, solo chi non conoscesse la normativa o pensasse di ignorarla potrebbe ritenere di riaprire un procedimento formalmente concluso e sottoscritto dalle parti congiuntamente ai competenti rappresentanti dei Ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro. La norma, infatti, passati i 75 giorni di procedura volta a ricercare ogni strada possibile per arrivare ad un’intesa, non dà spazio a possibilità di ripensamenti successivi, né consente eventuali integrazioni o modifiche al testo d’accordo“.

Almaviva non lascia quindi spazi aperti: “L’ipotesi di attivare una trattativa supplementare, oltre che fuori da ogni logica ed in contrasto con il mandato di rappresentanza sindacale dichiarato, risulta inoltre legalmente e tecnicamente impossibile perché invaliderebbe l’intera procedura conclusa con la mediazione del Governo”. ANSA

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