Fucecchio, 26 giugno 2016 – Sfrattata e senza un tetto sotto il quale trovare riparo dopo anni di inutili richieste di una casa popolare ha dormito per giorni su una panchina ai giardinetti e poi ha deciso di «sistemarsi» nell’androne del municipio.
La storia di Anna Maria Nigi, una signora fiorentina di mezz’età approdata a Fucecchio dopo lunghe peregrinazioni, è la punta di un iceberg rappresentato da chi, rimasto senza un alloggio, affronta le incertezze di una soluzione richiesta ai servizi sociali o ai competenti uffici dell’Unione dei Comuni che gestiscono la residenzialità pubblica sul territorio.
Di buona famiglia, con una laurea in lettere, Anna Maria Nigi si è trovata senza risorse e senza un luogo in cui vivere a causa di una serie di rovesci di fortuna. Dopo essere passata da un accomodamento precario all’altro, recentemente è stata messa alla porta dal padrone di casa. La stagione estiva le ha consentito di pernottare, alla meno peggio, all’aperto sempre peregrinando qua e là. Di case disponibili, le è stato detto più volte, non ce ne sono e poi occorre partecipare ai concorsi per l’assegnazione con la certezza di non farcela perché i punteggi più alti, che danno diritto a una sistemazione, sono per le famiglie numerose, con più figli, che per questa ragione passano avanti. Cosicché una persona sola resta immancabilmente fuori.
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