Responsabilità dei medici, nessuna colpa se rispettano le linee guida

 

TAGLIIl medico o l’operatore sanitario la cui imperizia determini la morte o la lesione personale dell’assistito risponderà solo per colpa grave, a meno che, salvo le rilevanti specificità del caso concreto, non abbia rispettato le buone pratiche cliniche assistenziali e le raccomandazioni previste da linee guida. E’ la principale innovazione della proposta di legge sulla responsabilità professionale del personale sanitario che è stata approvata dall’Aula della Camera con 307 sì, 84 no e 12 astenuti e passa al Senato. Contro hanno votato M5S e Sel.

Il testo disciplina i temi della sicurezza delle cure e del rischio sanitario, della responsabilità dell’esercente della professione sanitaria e della struttura sanitaria pubblica o privata, le modalità e caratteristiche dei procedimenti giudiziari aventi ad oggetto la responsabilità sanitaria, l’obbligo di assicurazione e l’istituzione del Fondo di garanzia per i soggetti danneggiati da responsabilità sanitaria.

Una ”svolta storica nella lotta alla medicina difensiva”, commenta il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, alla notizia dell’approvazione. “E’ un risultato storico, una svolta nella lotta alla medicina difensiva perché – sottolinea Lorenzin in una nota – assicura l’equilibrio tra la tutele dei medici, che hanno bisogno di svolgere il loro delicato compito in serenità, e il diritto dei cittadini dinanzi ai casi di malasanità. Il testo approvato dai parlamentari, che si è giovato del prezioso contributo della Commissione ministeriale, da me fortemente voluta e presieduta dal Professor Alpa, cambia la responsabilità del medico sia da un punto di vista penale, poiché il medico non sarà più responsabile neppure per colpa grave se rispetta le linee guida, che civile, prevedendosi la natura extracontrattuale della responsabilità dei medici non liberi professionisti con conseguente inversione dell’onere della prova e dimezzamento del termine di prescrizione; viene, inoltre, introdotta l’azione diretta nei confronti dell’assicurazione; il tentativo obbligatorio di conciliazione pone un freno al proliferare dei contenziosi giudiziari; viene limitata, da un punto di vista della quantificazione, l’azione di rivalsa della struttura sanitaria nei confronti del medico; viene creato un fondo di garanzia per le vittime di malasanità”.

”Abbiamo dunque mantenuto l’impegno assunto nei confronti dei medici, grazie a un provvedimento equilibrato che consentirà loro – conclude – di lavorare con maggiore serenità senza, tuttavia, pregiudicare i pazienti, che vedono comunque tutelati in modo chiaro e diretto i loro diritti”. ansa


 


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