Liberalizzazioni, un favore alle solite lobby. Consumatori esposti a truffe e frodi

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Più si approfondisce la proposta del governo sulle ‘liberalizzazioni’, più emergono veri e propri favori ai soliti noti: assicurazioni, banche, farmacie, gestori telefonici, monopoli elettrici, lobby degli uffici legali di banche ed assicurazioni. Una vera e propria controriforma, che costituisce un passo indietro rispetto al decreto Bersani con le famose’ lenzuolate’, restaurando oneri, balzelli e penali che erano stati abrogati, per la foga di gettare i consumatori nelle grinfie degli uffici legali, esponendoli così a truffe, frodi e raggiri.

Delle lenzuolate – dicono Elio Lannutti, presidente di Adusbef, e Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori – non è rimasto neppure un fazzolettino, per asciugare le lacrime di utenti e consumatori!

ASSICURAZIONI: i costi della scatola nera, non saranno sufficienti ad ammortizzare le eventuali diminuzione di tariffe Rc auto le più care del mondo. La previsione di far riparare il veicolo danneggiato nelle carrozzerie convenzionate, crea un monopolio, abbassa la qualità della riparazione e diminuisce i livelli di sicurezza.

DANNO BIOLOGICO: numerose sentenze di Cassazione hanno ribadito che, per la liquidazione del danno biologico, occorre fare riferimento alle Tabelle del Tribunale di Milano (già basse per i danni), che l’Ania ed il Governo vogliono dimezzare, cassando così equi risarcimenti consolidati dal diritto sul danno alla salute.

ENERGIA E GAS: per due settori cruciali per il sistema economico-sociale italiano, i cui contratti sono riservati ad una maggior tutela per sottrarre i consumatori dai rischi della rapacità delle imprese, che sfociano in autentiche truffe, si torna al far west. Con l’ eliminazione, a partire dal 1° gennaio 2018, della disciplina transitoria delle tariffe, viene abrogato il mercato tutelato, quello le cui condizioni sono dettate dall’ Autorità dell’ energia e del gas. Tutto il mercato viene esposto al libero arbitrio delle imprese.

FARMACIE: aver sottratto al libero mercato i farmaci di fascia ‘C’, circa 4.000 (quelli maggiormente acquistati, come antinfiammatori, ansiolitici, anticoncezionali,ecc.) che con minori prezzi potrebbero essere acquistati nelle parafarmacie dove sono obbligatoriamente presenti ‘farmacisti’, significa aver regalato un giro di affari di almeno 3 miliardi di euro l’anno, danneggiando ogni famiglia di circa 42 euro l’anno.

PROFESSIONI: L’art. 26 stabilisce nuove regole per gli avvocati, che potranno creare società multidisciplinari nelle quali possono entrare anche soci di capitali non professionisti. Gli avvocati potranno anche certificare le transazioni riguardanti immobili ad uso non abitativo purché il valore di detti immobili sia inferiore ai 100.000 euro, sottraendo queste certificazioni che possono essere fatte solo dai notai.

TELEFONIA: la liberalizzazione Bersani del 2007, disponeva “la facoltà del contraente di recedere dal contratto o di trasferirlo presso altro operatore senza vincoli temporali o ritardi non giustificati da esigenze tecniche e senza spese non giustificate da costi dell’operatore”. Ora si torna a parlare di insopportabili penali –nonostante le smentite- che, ancora peggio, vengono definite in maniera generica e pericolosa.

NOTAI: Non abbiamo mai difeso i notai, anzi al contrario contrastati. Ma il ddl concorrenza, strombazzato come una “sforbiciata” ai privilegi delle lobby, consegna il mercato immobiliare nelle mani di banche e assicurazioni, in tutta la filiera (compravendita, mutuo, assicurazione), eliminando le tutele per i cittadini, garantite dai notai (pubblici ufficiali). La norma che consente l’ingresso di soci di capitale nelle società tra professionisti (art. 26, comma 1, lett. d) e quella che estende a duecentoquarantamila avvocati (privi del titolo del concorso pubblico) attribuzioni della funzione pubblica, per autenticare vendite, donazioni e mutui (al momento di uso non abitativo e del valore catastale inferiore a 100000 euro) crea la legittimazione del progetto di grandi gruppi bancari, come Intesa ed Unicredit , per consentire a banche ed assicurazioni di spartirsi il mercato immobiliare, mettendo al servizio delle loro società-veicolo soci nominalmente professionisti, ma di fatto loro dipendenti, per stipulare tali contratti immobiliari.

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