“La guerra in atto nelle sue radici vecchie e nuove”

isis-cristiani

 

di Vittorio Zedda

Su un giornale on-line, un personaggio dalla notorietà ormai appannata e che non voglio rispolverare, ha tentato recentemente di dare una lettura storico-politico-sociologica all’eccidio dei giornalisti di “Charlie Hebdo”, sforzandosi di bilanciare le sue argomentazioni con l’antica tecnica di “un colpo al cerchio e uno alla botte”. Ha sostenuto, fra l’altro , che certo radicalismo odierno è in buona parte da attribuire ad una crescente incapacità della sinistra a portare argomenti laici alla ribalta dell’opinione pubblica . Ma qui l’autore si è dimenticato di dire che la sinistra è apparsa spesso più simile ad un chiesa, che ad una entità laica, e quindi non poteva auto-immolarsi. A tale incapacità si è aggiunta , sostiene l’autore, anche quella di non aver saputo adeguatamente rispondere al richiamo oggi esercitato da alcuni monoteismi e dal buddismo, cui ha corrisposto “l’indulgenza a forme facili di caricatura, che sicuramente hanno offeso i milioni di mussulmani in Europa … basti pensare a quale accoglienza avrebbero avuto quelle vignette se si fossero nominativamente applicate a Gesù Cristo”.

La forte rinascita delle religioni viene quindi ascritta, in una analisi “di sinistra”, alla debolezza della sinistra stessa, dopo la caduta del muro di Berlino, come se la crisi mondiale del comunismo avesse rivelato la sua incapacità e il suo fallimento nel ridimensionare efficacemente il fenomeno religioso, pronto quindi a risollevarsi e a riproporsi con forza alla ribalta della storia. Da ciò l’affermazione che “l’estremismo dell’ammazzare tutti i non fedeli al profeta appartiene ai nostri giorni, ed è molto più serio cercarne le origini nelle forme coloniali e non coloniali adottate dall’Occidente che in un passo o l’altro del Corano.”

E qui stranamente, la “debolezza della sinistra” di oggi, viene posta quasi alla pari con altrui responsabilità “di ieri”, cioè con le” forme coloniali” e “non coloniali”adottate dall’Occidente, restando comunque assai vago il significato di “non coloniale”, come fattore uguale e contrario a se stesso..

L’argomento su cui ci si può invece soffermare con un po’ più di interesse è quello che mette in risalto” il fascino che forme estreme di milizia, che arrivano fino a mettere in conto la propria morte per “martirio”, hanno sui giovanissimi occidentali che raggiungono la Siria o altri luoghi dove possono arruolarsi con i maestri del fondamentalismo.” Su queste ultime due righe occorrerà soffermarsi e ritornare approfonditamente in molte e prossime occasioni., poiché questo è il “nodo” più autentico e problematico , di cui eravamo convinti anche prima della lettura del citato articolo, e che trova in questi giorni coincidenze e analogie con diverse altre analisi della più varia provenienza politica e culturale.

Il resto,invece,di quell’articolo può essere facilmente confutato. Le vignette contro Cristo e la Chiesa sono state fatte su molti giornali, sempre e su Charlie Hebdo, ne sono comparse di feroci, al limite della più insultate pornografia. Facile documentarsi in merito. Però sulle vignette le rappresaglie violente non le hanno fatte certo i cristiani.

[dividers style=”5″]

La rinascita dell’islam non mi pare proprio legata alla debolezza della sinistra, che non è mai apparsa molto anti-islamica, ma piuttosto al progressivo indebolimento delle società occidentali , per perdita e offuscamento dei “pilastri” valoriali e della coscienza identitaria che ne reggevano la cultura e la società. Il tutto in un contesto di decadimento dell’etica e della coscienza cristiana .

[dividers style=”5″]

E’ venuto progressivamente a mancare l’”equilibrio dei contrappesi” , con un forte sbilanciamento a favore del mondo islamico e a danno dell’occidente. Semmai solo oggi si assiste ad un risveglio delle coscienza cristiana dovuto al fatto che la cronaca e la politica hanno indotto la gente a informarsi e a cercar di capire il “fenomeno” islamico,di cui i più sapevano poco o nulla. Chi ha deciso, per legittima curiosità e desiderio di conoscenza, di andar a vedere cosa c’era scritto nel Corano,dopo averlo letto ha scoperto ed ha apprezzato l’incommensurabile fortuna d’esser nato in un paese con una cultura di radici cristiane. E ha apprezzato i Vangeli come mai prima, in vita sua.

Sostengo da tempo l’utilità, per i cristiani, di leggere il Corano : il rischio marginale di alcune conversioni all’islam è ampiamente compensato dalla scoperta, per confronto, del valore della cultura cristiana, che sta comunque facendo proseliti anche fra immigrati ( e soprattutto immigrate) di fede musulmana . In ogni caso il risveglio dell’espansionismo islamico radica anche in altri precedenti storici., di matrici politiche e ideologiche addirittura fra loro antitetiche , nel comune sentire ma non forse nella realtà effettiva. L’islam infatti ricevette un forte appoggio ideologico da Hitler e dal nazismo. Il Fuhrer giudicò l’islam l’ideologia politico religiosa ideale, forte e determinata, da preferirsi al cristianesimo debole e imbelle. Hitler è infatti ancora ben considerato in vari paesi islamici, per il suo impegno nel tentativo di cancellare dalla faccia della terra gli ebrei, cosa peraltro auspicata e prevista dagli “hadith” come necessaria prima della fine del mondo.

Niente di nuovo: nazismo e islam sono sempre stati molto vicini
Niente di nuovo: nazismo e islam sono sempre stati molto vicini

Dopo la guerra l’ islam entrò nelle simpatie della sinistra, anche in funzione anti-cattolica. Negli anni 80 da quella parte politica si sosteneva già, a Milano, l’opportunità di fare una moschea. E non si fece perché di fronte alla domanda posta da un assessore dell’epoca,,da tempo scomparso, se dovesse trattarsi di una moschea sunnita o sciita, i proponenti, che non conoscevano la differenza, non seppero che pesci prendere. E così non se ne fece nulla, fino ai giorni nostri .

L’enorme potere finanziario dell’Arabia, della Libia e dei paesi del golfo ha facilmente comprato un crescente opportunismo filo-islamico dei grandi capitali interessati al business petrolifero e connessi interscambi commerciali, mentre dal versante di sinistra cresceva un filo-islamismo per altri fini .

E’ falso affermare che “l’estremismo dell’ammazzare tutti non-fedeli del profeta appartiene ai nostri giorni”. In 1400 anni di storia dell’islam e del suo espansionismo si contano a milioni e milioni le vittime delle stragi islamiche : la Chiesa s’è ricordata da poco, facendoli santi, degli ottocento cristiani decapitati dai turchi nel duomo di Otranto, uccisi perché rifiutarono la conversione all’islam. O le migliaia di decapitati sulla “chianca amara” di Vieste. E comunque anche questi sono solo due esempi, fra le centinaia che potremmo enumerare.

Molti non conoscono la storia dell’islam, e c’è chi approfitta di questa non conoscenza. Suggerisco di fare una ricerca sul web sulla storia più recente degli “attentati islamisti” : ne sortirà un elenco di centinaia di pagine , con luoghi, date e vittime. Se poi si vuole dare una ripassatina all’espansionismo ottomano ,nonché alle storia degli assalti degli arabi sulle coste europee per più di mille anni di seguito,si potrà evitare un giustificazionismo storico e politico avventato, soprattutto se strumentalizzato al fine di far in qualche misura accettare quel che succede ai nostri giorni. Altro è se, per inquadrare un fenomeno da ogni punto di vista, si vuol fare una critica alla politica guerrafondaia e dissennata degli Stati Uniti ( e Obama non fa di meglio) per indicare chi ha delle corresponsabilità nella crescente aggressività dell’integralismo islamico.

I terroristi integralisti professano un’ideologia-politico religiosa che punta alla supremazia mondiale con ogni mezzo , e non hanno certo bisogno di essere ulteriormente sospinti a farlo. In quanto al Corano, consiglio di leggerlo, prima di dire che è disgiunto da certi fenomeni. E chi non è d’accordo , che vada a dirlo ai terroristi che il Corano non c’entra.

Vittorio Zedda

SOSTIENI IMOLAOGGI
il sito di informazione libera diretto da Armando Manocchia

IBAN: IT59R0538721000000003468037 BIC BPMOIT22XXX
Postepay 5333 1711 3273 2534
Codice Fiscale: MNCRND56A30F717K