Isis, ex miliziani: imbottiti di allucingeni. “Ci drogavano. Sfruttata la nostra povertà”

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28 ottobre  – Duemila dollari per combattere più di un anno in Siria con lo Stato islamico. Droga in grandi quantità per non sentire la stanchezza e il dolore. Lo hanno raccontato a Cnn ex combattente dell’Isis catturati dai combattenti curdi che hanno permesso al network americano di entrare nelle prigioni in cui sono detenuti.

Gli uomini vengono portato fuori dalla loro cella bendati. Il primo si chiama Karem, dice di avere 19 anni, e sostiene di essere stato pagato 2.000 dollari per combattere sul fronte siriano per oltre un anno. Ha delle prove: i segni di tre colpi che gli hanno penetrato lo stomaco durante un combattimento. “Ci drogavano. Pillole di allucinogeni capaci di farti andare in guerra senza dare importanza alla tua vita o alla tua morte“.

Karem – continua Cnn – ha anche detto che molti dei combattenti dell’Isis sono stranieri e di aver incontrato una volta un miliziano cinese. Il combattente ha inoltre ricordato che le persone che non si convertono vengono decapitate, e la pratica viene usata anche sulle donne in caso non si vogliano coprire il volto.

“Un uomo – prosegue Cnn – che dice di chiamarsi Suleiman dice di essere siriano e sostiene di essere stato forzato a entrare nello Stato islamico per paura che facessero qualcosa alla sua famiglia. Ci hanno detto che combattevamo per la giustizia e per l’Islam. Ci hanno mentito. Hanno sfruttato la nostra condizione mentale e la nostra povertà“, continua Suleiman che dice di aver ricevuto 3.600 dollari per organizzare un attentato con una bomba in Kurdistan.

Un terzo si chiama Jaber. Il giornalista di Cnn gli ha chiesto cose gli avrebbe fatto se lo avesse incontrato quando faceva parte dell’Isis. “Saresti stato ucciso. E ci sono diverse morti. Loro ti avrebbero torturato, avrebbero potuto decapitarti o tagliarti le mani. NOn ti avrebbero semplicemente sparato in testa”.

I tre prigionieri dicono di essersi pentiti e chiedono ai militari curdi il perdono. Ma le guardie della prigione sostengono che se li lasciassero andare ritornerebbero di certo a combattere con lo Stato islamico. askanews

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