“Gravi anomalie nel processo Forteto”, appello a Napolitano: Intervenga il Csm

PROCESSO FORTETO, APPELLO A NAPOLITANO: “INTERVENGA IL CSM”
Gabriele Chiurli (Democrazia Diretta) invia una lettera al Presidente della Repubblica
in seguito alla rimozione del giudice Bouchard
COMUNICATO STAMPA

forteto

Firenze, 1° agosto 2014
Al Presidente della Repubblica
On. Giorgio Napolitano

OGGETTO: Gravi anomalie nel processo “Forteto”

Signor Presidente,
La presente per porre alla Sua attenzione una grave vicenda intercorsa durante il processo in corso a Firenze che vede imputati Rodolfo Fiesoli ed altre 22 persone per maltrattamenti e abusi sessuali nei confronti dei minori ospitati nel corso di alcuni decenni dalla Cooperativa Agricola Il Forteto, in provincia di Firenze.
Ci rivolgiamo a Lei in quanto Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, unico organo in grado di prendere provvedimenti nei confronti della Magistratura stessa, una Magistratura, Signor Presidente, che non sta facendo bella mostra di sé in questa vicenda.
Il caso che ci ha spinti a scrivere questo appello riguarda nello specifico la rimozione del giudice Marco Bouchard dall’incarico di presidente della corte nel processo Forteto, avvenuta in data 24 luglio 2014. Con una decisione senza precedenti la Corte d’Appello di Firenze, composta dai giudici Fabio Massimo Drago, Laura Martusciello e Maria Cannizzaro, ha infatti accolto le due istanze di ricusazione del giudice presentate il mese scorso dai legali di Rodolfo Fiesoli. L’atto di ricusazione era motivato da una presunta “anticipazione di giudizio” da parte del giudice Bouchard.
La rimozione del giudice Bouchard appare inopportuna e foriera di nefaste conseguenze per la prosecuzione del processo, per vari ordini di ragioni.
Prima di tutto perché uno dei tre giudici chiamati a prendere tale decisione, Maria Cannizzaro, era in precedenza presidente del Tribunale dei minori di Firenze, proprio quel tribunale finito al centro del caso Forteto, per aver continuato ad affidare minori alla comunità fondata dallo stesso Fiesoli non solo dopo la sentenza definitiva che nel 1985 condannava quello che oggi è il maggior imputato per atti di libidine violenti, ma anche dopo il 2000, quando sulla comunità intervenne la Corte di Giustizia Europea, condannando l’Italia per aver affidato dei minori a questa comunità. Comunità che formalmente non esiste neppure: esistono (ed esistevano all’epoca) una Fondazione Il Forteto e una Cooperativa Agricola Il Forteto, ma nessuno di questi due enti avrebbe potuto essere affidatario di minori, tanto più con casi disperati come quelli che invece approdavano nel casolare mugellano.
Vale la pena ricordare, al fine di definire meglio i contorni della situazione, che – nel più stretto riserbo – la Procura di Genova ha già aperto un fascicolo per valutare l’operato dei giudici minorili fiorentini citati (e in qualche caso accusati di eccessiva “vicinanza” al Forteto) nelle testimonianze delle presunte vittime di Fiesoli e degli altri 22 imputati.
In tale contesto sarebbe stato quantomeno opportuno da parte del giudice Cannizzaro evitare di esprimersi nel merito della ricusazione di Bouchard. Tanto più che oggi questa rimozione getta l’intero processo nell’incertezza più assoluta, compresa la possibilità di arrivare a una sentenza: per i reati contestati ad alcuni imputati l’anno prossimo scatterà la prescrizione e il rischio è che il processo sia ancora lontano dal concludersi per allora.
La sostituzione del presidente della corte, infatti, potrebbe significare la ripetizione dell’intero iter, comprese le dolorose testimonianze rese da coloro che si sono dichiarati vittime di abusi e maltrattamenti del genere più turpe che la mente umana possa immaginare.
Senza contare il fatto che molti di coloro che si sono dichiarati vittime in questo processo, continuano a lavorare presso la Cooperativa Agricola Il Forteto, con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista della pressione psicologica. Da questo punto di vista va anche sottolineata l’amarezza di chi ha assistito al secondo dietrofront nel giro di poco tempo da parte delle Istituzioni che dovrebbero vigilare sul rispetto dei diritti: poche settimane fa, infatti, era arrivata la decisione del Governo di non commissariare la Cooperativa Agricola, nonostante la montagna di irregolarità emerse durante lo stesso processo. Tali irregolarità sono state considerate sanate dal semplice cambio dei nomi al vertice di Cooperativa e Fondazione, con la somma delusione dell’Associazione vittime del Forteto.
Adesso lo spettro di una mancata sentenza e di un processo che finirà in un niente di fatto si fa ogni giorno più reale. Una simile deriva rappresenterebbe un’enorme sconfitta per lo Stato italiano, la cui immagine appare già fortemente compromessa dalla ricostruzione dei fatti presentata dalle testimonianze ascoltate prima all’interno della Commissione d’Inchiesta istituita in seno al Consiglio regionale della Toscana e poi in Tribunale.
Un racconto lungo oltre trent’anni, quello del Forteto, che non può essere liquidato trovando un singolo capro espiatorio né tantomeno 23, tanti sono gli imputati nel processo: dalle testimonianze emerge una rete di rapporti, un “sistema Forteto”, una ragnatela in grado di raggiungere molti luoghi diversi e molti settori differenti, centri di potere e di denaro, comuni cittadini e personalità di spicco della società.
Il velo è stato sollevato, non possiamo permettere che la verità venga di nuovo taciuta e oscurata. Per questo La preghiamo vivamente di esaminare il caso Forteto e valutare eventuali provvedimenti.

Gabriele Chiurli
Consigliere Regione Toscana
Democrazia Diretta

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