12 LUGLIO – «Quanto può una religione, basata sulla Parola che stabilisce la diversitĂ di genere come elemento costitutivo dell’essere umano e base imprescindibile del matrimonio e della famiglia, restare “neutrale” di fronte a chi vuole usare la trasformazione del linguaggio come strumento per contrastare discriminazioni e stereotipi e fondare un’ideologia del gender che non riconosce alcuna differenza tra uomo e donna? SarĂ sufficiente richiamarsi alla “testimonianza evangelica”, scrostata da tutto ciò che è politico, quando arriverĂ al voto parlamentare la cosiddetta “legge Scalfarotto” sull’omofobia (probabilmente con l’emendamento Verini, il cosiddetto “salva vescovi”, anche se in realtĂ riguarda tutti i culti, i partiti, i sindacati e le organizzazioni sanitarie), una legge scritta in modo tale da poter apporre il bollino “omofobo” sull’insegnamento morale di buona parte delle religioni presenti nel nostro Paese?».
Filippo Di Giacomo, il Venerdì di Repubblica, 11 luglio 2014
