Expo, Paris: la cupola chiedeva sempre di più. Bruti Liberati si autoassegna l’indagine

greganti

7 giugno – Frigerio, Greganti e Cattozzo gli avrebbero chiesto sempre “di più”, di incontrare “aziende di loro conoscenza” per poi ‘favorirle’ negli appalti per Expo. E’ una sorta di ‘pressing’ in cambio di “protezione politica mai avuta in passato e (millantata) capacità di assicurare un ‘futuro professionale’ stabile” quello che emerge dal memoriale scritto in carcere da Angelo Paris, l’ex manager di Expo arrestato un mese fa nell’inchiesta sulla presunta “cupola degli appalti” assieme all’ex Dc Gianstefano Frigerio, all’ex funzionario del Pci Primo Greganti, all’ex esponente ligure dell’Udc-Ndc Sergio Cattozzo, all’ex senatore del Pdl Luigi Grillo e all‘imprenditore vicentino Enrico Maltauro.

Paris, nelle cinque pagine preparate in cella subito dopo il suo arresto e consegnate al gip Fabio Antezza durante l’interrogatorio di garanzia, ha fin da subito ammesso le proprie responsabilità negando pero’ di far parte della presunta “cupola”, di aver mai intascato “un centesimo” e di non aver mai saputo di “passaggi di denaro a qualsiasi livello”. Con queste precisazioni l’ex manager, ha messo nero su bianco, punto per punto, una “cronologia degli avvenimenti” partendo dal 21 ottobre 2013 quando “ricevo una telefonata” da GSF (Gianstefano Frigerio, ndr) che lo invitava a un incontro quatto giorni dopo al Westin Palace a Milano.
Durante quel colloquio “mi prospetta coperture politiche, nuove relazioni… io, che ho sempre fatto il tecnico, intravedo una relazione utile per il futuro professionale”.

Tra il 3 e il 18 dicembre, ricorda sempre Paris, l’ex Dc gli “presenta, in diverse occasioni, Cattozzo, Greganti e Maltauro” e il 7 gennaio “tal Lodetti” , amministratore delegato della Final Spa e della Reggio Emilia Parcheggi Spa “interessato alla partnership RFP (“Request For Proposal” ndr ) per il cosidetto “mobility partner” servizio in grado di mettere a disposizioni mezzi e offrire il trasporto ai visitatori di Expo. “Commetto un grave errore – appunta Paris – fornendo informazioni riservate”. Nella cronistoria, agli atti dell’indagine, l’ex manager, racconta poi che tra, il febbraio e il marzo scorsi, il terzetto gli chiede “di incontrare aziende di loro conoscenza. Le incontro pur rimanendo sul vago e ribadendo la nostra (di Expo spa) natura pubblica e la conseguente necessità di procedere con gare”, aggiungendo di rifiutare i “secondi incontri”.

Nello stesso periodo “mi fanno richieste su quale modello organizzativo intendiamo attuare per i Paesi” in relazione alla costruzioni dei padiglioni espositivi “proponendo 3-4 aziende loro collegate. Do qualche info (errore) – si legge nella memoria – ma intanto lavoro internamente per costruire un modello ‘pubblicistico’ che garantisse uguali opportunità per tutti”. Sempre a primavera scorsa la presunta “cupola”, a dire di Paris, gli suggerisce di “proporre” la sua “candidatura” come direttore generale di Ilspa (Antonio Rognoni era stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta su Infrastrutture Lombarde, ndr).

“Io (che l’avevo comunque già deciso per mero interesse professionale) valuto e accetto, senza nessun patto di ‘scambio’ perchè non conosco il quadro/il resto/ le loro trame”. E nelle conclusioni Paris sottolinea: arrivano tre persone (GSF, Greganti, Cattozzo che mi sembra possono comprendermi, offrirmi ‘protezione politica’ mai avuta in passato e (millantata) capacita’ di assicurare un ‘futuro professionale’ stabile”. Un’offerta a cui “io non sono capace di dirgli di no (mi rendo conto di non aver fatto bene). Loro chiedono di piu’ mentre io mi sentivo debole, solo, esposto, con i lavori in ritardo, con Rognoni che ha il ‘dominus'”. Quanto a Rognoni l’ex manager di Expo – che oltre a quello di garanzia ha reso altri due interrogatori ai pm e che, tramite i suoi avvocati, Luca Troyer e Luca Ponzoni, ha chiesto al giudice Antezza gli arresti domiciliari – allo stesso gip ha riferito di “difficoltà” poste da l’ex dg di Ilspa per la gara per la ‘Piastra’ vinta dalla Mantovani. Episodio questo che lo ha portato a suggerire a Giuseppe Sala, commissario unico di Expo, di sporgere denuncia al procuratore aggiunto Alfredo Robledo: “lui (Sala, ndr) mi ha detto – ha affermato al giudice – che dovevo essere io a denunciare al dr.Robledo”.

Proprio l’appalto per la ‘Piastra’ anche alla luce dei verbali dell’ex manager, avrebbe provocato un nuovo ‘incidente’ tra Robledo e il Procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati il quale nei giorni scorsi ha firmato un ordine di servizio con cui ha istituito una nuova unità, l'”Area Omogenea Expo 2015″, autoassegnandosi l’esclusivo e diretto “coordinamento” di tutte le indagini che riguardano “sotto qualunque titolo” l’Esposizione Universale.

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