“Rivendico la facoltà di difendere famiglia e matrimonio tra uomo e donna”

famiglia18 magg – Rispondo al Consigliere Daghini, intervenuto in merito al mio comunicato sulle iniziative pistoiesi contro l‘omofobia, precisando quanto segue.

Per prima cosa è falsissimo che i cattolici e gli aderenti al partito di cui sono portavoce comunale alimentino una cultura di odio, di disprezzo e di discriminazione nei confronti delle persone omosessuali. Ribadisco ancora una volta, se non si è capito o non è abbastanza chiaro, che come cattolica e come aderente a un partito di destra condanno fermamente, riportando principi e convinzioni condivisi all’interno del mio gruppo, ogni atto violento e ogni tipo di aggressione ai danni dei soggetti omosessuali in nome della inviolabilità della persona umana e che per tali atteggiamenti devono essere applicate le pene previste dal nostro ordinamento giuridico.

Senza voler giudicare le persone (che devono essere sempre accolte e rispettate nella loro profonda dignità), rivendico invece la facoltà di affermare, secondo l’insegnamento del Catechismo della Chiesa Cattolica (CC 2357), che la pratica omosessuale è contraria alla legge naturale, e la libertà di difendere la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna e il diritto dei bambini ad essere cresciuti e educati da un padre e una madre.

Per quanto riguarda il riconoscimento del “terzo sesso” da parte dell’India e di altri Stati, occorre considerare come per legge si affermi qualcosa che in realtà non esiste: la persona umana o è maschio o è femmina, “tertium non datur” (dicevano i latini). Si tratta di una legittimazione puramente arbitraria, che non tiene conto del dato biologico: infatti la tendenza sessuale per persone dello stesso sesso non costituisce un “sesso neutro”, accanto a quello maschile e femminile. Il fatto che l’India e altri Stati abbiano legiferato in materia non è certamente un merito o un vanto, in quanto la legge positiva arriva qui a un completo stravolgimento di ciò che dovrebbe essere il suo sostrato, ossia l’ordine naturale.

Approfitto comunque per ricordare al consigliere Daghini che, se ciò è da intendersi per lui come un atto di civiltà, l’India è però lo Stato dove ancora la società è rigidamente suddivisa in caste, dove le donne vivono in stato di schiavitù e dove è permesso lo stupro di gruppo delle adolescenti. Da notare anche curiosamente che il primo a discriminare le persone omosessuali è proprio Daghini il quale, sulla base del loro orientamento sessuale, le definisce “minoranze”. L

a comparazione tra il finanziamento delle iniziative in questione con quello di manifestazioni religiose da parte di enti pubblici mi pare poi proprio fuori luogo. Infatti in nessun evento religioso finanziato con fondi pubblici (cosa che avviene peraltro abbastanza raramente) ho mai assistito all’esibizione di cartelli con scritte discriminatorie nei confronti di chi la pensa diversamente o al benché minimo tentativo di imbavagliare le coscienze.

Riguardo al mio intervento sulle spese del Comune di Serravalle nel settore sociale, mi dispiace constatare come si giochi a far passare un messaggio che non corrisponde a verità. Non ho mai affermato di essere contraria ai contributi economici ai singoli e alle famiglie in difficoltà; anzi, ho più volte sostenuto che in alcuni casi (assistenza a disabili e anziani svantaggiati) sono assolutamente doverosi. Ho solo criticato la logica dell’assistenzialismo, che porta ad elargire continuativamente nel tempo senza un impegno fattivo da parte dell’Amministrazione per risolvere determinate situazioni di disagio, quelle per esempio causate dalla disoccupazione: ripeto che a mio avviso l’erogazione dei contributi deve essere sempre affiancata dalla chiara volontà di individuare le priorità di bisogno, perché gli aiuti arrivino davvero a chi ha maggiore diritto; dall’attivazione di strategie per facilitare il reinserimento lavorativo dei disoccupati; da una politica di agevolazioni fiscali nei confronti di imprese e aziende, affinché siano conservati o aumentati i posti di lavoro. Per cui non è una contraddizione ciò che ho affermato circa una più proficua utilizzazione nel sociale delle somme finanziate dal Comune e dalla Provincia di Pistoia.

Elena Bardelli

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