18 ago – Lâappello delle organizzazioni islamiste non è caduto nel vuoto. Circa quattromila persone hanno risposto marciando a Istanbul contro il bagno di sangue in Egitto e contro la repressione militare dei sostenitori del deposto presidente Mohamed Morsi.
Unâaltra manifestazione, ancora piĂš partecipata, si è tenuta a Konya. âSiamo qui per i nostri ideali e per sostenere Morsi, che è stato eletto con un voto democratico e trasparenteâ, dice un manifestante turco, âQui ci sono persone di ogni provenienza sociale. Ci sono operai e managerâ.
Durante un comizio politico a Bursa, Recep Tayyip Erdogan ha criticato il governo egiziano per aver autorizzato lâattacco alla moschea al-Fatah al Cairo. âLe moschee sono luoghi sacri, eppure le hanno distrutte, come è successo in Siria. Non câè differenza fra Abdel-Fattah al-Sisi, il capo dellâesercito egiziano, e il presidente siriano Bashar al-Assadâ, ha detto il primo ministro turco che, sotto la presidenza di Mohamed Morsi, ha intensificato i legami con lâEgitto.
Manifestazioni simili anche in Israele, a Nazareth, dove migliaia di persone hanno brandito bandiere egiziane e ritratti di Morsi. Tutto questo mentre il governo israeliano mantiene un silenzio prudente, anche per mantenere buoni rapporti con lâesercito egiziano, con cui coopera contro i gruppi islamisti di base nel Sinai. euronews
