9 ago – ”Intervenire sulle cosiddette pensioni d’oro e’ sicuramente una misura equa e necessaria. Occorre pero’ agire in modo conforme alla legge e non limitarsi ad abbaiare alla luna, perche’ un trattamento pensionistico erogato secondo le disposizioni di volta in volta in vigore prefigura un diritto acquisito. Potra’ non piacere, ma e’ cosi”’.
Lo afferma Giuliano Cazzola, responsabile area welfare di Scelta Civica per l’Italia. ”Cio’ premesso, i contributi di solidarieta’ sono sempre stati ammessi dalla Consulta purche’ rispondenti a criteri di ragionevolezza e di temporaneita’. Effettuare, allora, il doppio calcolo – retributivo e contributivo – e penalizzare il differenziale tra i due importi colpirebbe la ”rendita di posizione” connessa al calcolo retributivo ovvero il ‘regalo’ che il sistema fa sul trattamento rispetto ai contributi versati.
In maniera strutturale poi si potrebbe rimodulare al ribasso, al di sotto del limite minimo di 75% ora vigente, l’aliquota di rivalutazione al costo della vita per le fasce di pensione piu’ elevate”, prosegue Cazzola. ”Infine, per la parte regolata col modello retributivo delle nuove pensioni, andrebbero riviste in diminuzione le aliquote di rendimento ora comprese in un range tra il 2% e lo 0,90% a seconda delle fasce d’importo della retribuzione pensionabile. Nei confronti di questa impostazione complessiva la Consulta non potrebbe avere obiezioni”, conclude Cazzola.