Sciolta Civica: ‘terremoto’ nella notte, Monti si dimette poi ci ripensa

Monti

1 ago. – “Signor notaio, nel verbalizzare che si e’ deciso di accettare la mia proposta senza procedere ad un voto la prego di aggiungere che il presidente rassegna le dimissioni e se ne va”. Sono le 2 di notte, Scelta Civica e’ riunita da piu’ di cinque ore quando il Professore raccoglie le carte e abbandona la sala lasciando sbigottiti deputati e senatori del partito. Nessuno riesce a fermarlo, ci provano in tanti, addirittura ostruendogli la strada dell’uscita dalla sala. Questa e’ quanto ha potuto ricostruire l’Agi.
“Questa e’ la fine, cosi’ siamo finiti. Non puo’ andare via presidente”, e’ il coro unanime dei parlamentari spaventati per l’epilogo di una discussione che si e’ protratta per cosi’ tanto tempo sul ‘caso Olivero’, il coordinatore di Scelta Civica che ha partecipato venerdi’ scorso ad un convegno dell’Udc.

Terrore negli occhi dei presenti, poi sono Mario Mauro, altri ‘big’, ma soprattutto Alberto Bombassei, che lo fanno ragionare. Proprio quest’ultimo, con il quale Monti ha iniziato l’avventura di Scelta Civica al ‘Chilometro rosso’ di Bergamo, gli ricorda le ragioni per cui e’ nato il movimento. E allora il Professore torna indietro sui suoi passi, richiama il notaio che accompagna ogni seduta d’assemblea del partito dalla sua fondazione e dice: “la prego di riconsiderare le mie parole e la mia intenzione di non rassegnare le dimissioni”. “E’ stato un gesto di forte responsabilita’, un momento di debolezza durante una trattativa cosi’ difficile”, dice ora piu’ di un deputato di Scelta Civica ricordando come Monti abbia piu’ volte sottolineato di sentire la responsabilita’ ed il peso di guida del partito. Proprio per questo motivo il Professore e’ arrivato al termine di una discussione ad un gesto cosi’ forte, con intenzione poi di rilanciare il suo impegno in un momento cosi’ ‘traumatico’ per Scelta Civica.

Certo l’ex presidente del Consiglio, chiudendo l’incontro con i parlamentari, non ha nascosto la propria delusione: “mi sento profondamente amareggiato”, ha sostenuto piu’ volte. Si trattera’ di capire nei prossimi giorni se l’ex premier avra’ ancora voglia di portare avanti la sua leadership di Scelta Civica. La ‘querelle’ di ieri e’ nata dopo la proposta di Mario Monti di affidare ad Andrea Olivero un altro incarico, non piu’ quello di coordinatore che ricopre dall’inizio di Scelta Civica. Ovvero, il Professore ha invitato Olivero a presiedere un gruppo di lavoro che studi il modo in cui Scelta Civica possa rinnovarsi, passando ad una fase nuova, anzi ad un partito nuovo. Il mandato che sarebbe scaduto a settembre con un convegno studi in modo da approfondire in quale direzione debba andare Scelta Civica, e’ stato pero’ ‘respinto’ sia da Olivero, sia dall’area cattolica del partito. Alla riunione erano presenti tutti i ‘big’, tranne Andrea Riccardi.

Tuttavia e’ stata proprio l’area riccardiana, l’area della Comunita’ di Sant’Egidio, da sempre vicina all’ex premier, a voltargli le spalle. Dure accuse al Professore per una decisione che, questa la critica, serve soltanto a rimuovere una persona e ad umiliarla. “Mi sento offeso da logiche mercantilistiche che non accetto, io voglio solo il bene di Scelta Civica e costruire.
Questo incarico e’ assolutamente delicato e voglio affidarlo ad Olivero, che e’ una persona che si e’ dimostrata capace. Non nascondo che ci sono stati dei conflitti, ma io non mi faccio condizionare da questioni personali, serve un nuovo progetto per rilanciare il partito”. Olivero non e’ stato sostituito, il coordinamento politico e’ stato affidato al comitato di presidenza e verra’ svolto in maniera collegiale.

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