Mercati asiatici in negativo, giu’ la produzione industriale in Cina

cina26 febbr – I mercati asiatici sono tutti in negativo quest’oggi e molti analisti indicano la causa nel risultato delle elezioni italiane, in cui nessun partito ha vinto la maggioranza al Senato, aprendo un periodo di probabile ingovernabilità. Il timore è che col voto italiano si rifiuti la cosiddetta “austerità”, garantita finora dal premier Mario Monti, e l’eurozona torni a rafforzare i problemi del debito.

Alle 13 di oggi, il Nikkei era sceso del 2,3%;  la borsa australiana dello 0,9; Seoul dello 0,7; Hong Kong dello 0,8; Taiwan dello 0,5; Singapore dello 0,6. In controtendenza, Shanghai è cresciuta dello 0,4.

Yuji Saito, direttore dei cambi al Credit Agricole di Tokyo, intervistato da Reuters, dichiara però che “lungo lo scorso anno l’eurozona si è provvista di una rete di sicurezza e data la grandezza dell’economia italiana [la terza dell’Unione europea – ndr], dubito che la situazione si tramuti in un disastro”.

Ad accrescere i timori dei mercati internazionali vi sono pure altri dati. Anzitutto l’abbassamento della produzione industriale in Cina. Il Pmi di febbraio  (Purchasing managers’ index) ha registrato un 50,4, mostrando uno dei valori più bassi in due anni. Un altro elemento che crea instabilità è lo yen giapponese, sottoposto a svalutazione, che questa mattina ha perso lo 0,8 rispetto al dollaro e lo 0,7 rispetto all’euro.

La preoccupazione più acuta è legata all’attesa delle mosse della Federal Reserve, il cui capo Ben Bernanke oggi dovrebbe chiarire se continuare, ridurre o bloccare la sua politica di sostegno al mercato americano attraverso un forte stimolo monetario.  asianews

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