Crolla il commercio, nel 2012 chiusi 64mila negozi

chiuso22 feb. – “Questa caduta disastrosa trascina con se’ migliaia di chiusure: nel 2012, nel solo commercio al dettaglio, hanno cessato la loro attivita’ piu’ di 64mila imprese, per un saldo negativo del comparto di piu’ di 20mila unita’”. Cosi’, in una nota, l’Ufficio economico Confesercenti commenta il calo record di vendite rilevato dall’Istat nel 2012.

“Con questo andamento, che cumula recessione, tasse insostenibili, calo di vendite e consumi l’emorragia di imprese continuera’ a ritmi sostenuti anche quest’anno”. “Deve far riflettere molto seriamente, inoltre – continua l’Ufficio Economico – il calo del settore alimentare: un dato che indica un preoccupante impoverimento delle famiglie, causato dall’aumento della pressione fiscale e della disoccupazione (quella giovanile ha toccato la cifra record del 36,5% quest’autunno) e dall’elevata inflazione sostenuta dalle imposte (IMU e adeguamento accise sui carburanti). Se a questi fattori si unisce la necessita’ di ripristinare uno stock di risparmio precauzionale, non ci si puo’ aspettare una ripresa dei consumi a brevi.

A scenario invariato, riteniamo anzi che nel 2013 possa realizzarsi una nuova forte flessione della spesa, nell’ordine di 10 miliardi di euro”.
“Neppure l’effetto Natale – conclude Confesercenti – ha fermato questa deriva che e’ pericolosissima per le sorti della nostra economia. La priorita’ del dopo elezioni e’ una sola: cambiare rotta e fare tutto il possibile per restituire al Paese fiducia, utilizzando la seconda parte del 2013 per riattivare la crescita. Ma questo dato deve seppellire anche l’irresponsabile prospettiva – sempre piu’ vicina – di un nuovo aumento dell’Iva, mentre le risorse vanno trovate con un coraggioso piano di tagli alla spesa pubblica ed agli sprechi”.

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