220 miliardi di euro per incentivi alle fonti rinnovabili

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18 febbr – Duecento miliardi di euro per incentivi alle fonti rinnovabili elettriche in Italia nei prossimi vent’anni, dal 2013 al 2032. Un valore consistente quello stimato da Assoelettrica e basata sui dati dell’Autorità per l’energia e il Gestore dei servizi elettrici (Gse). La previsione, che valuta un totale di 220 miliardi dal 2009 al 2032, indica il picco di spesa nel 2016 quando si supereranno i 12,5 miliardi di euro di incentivi, che corrispondono a circa 200 euro per ogni cittadino.

Una spesa che, se non si modifichera’ la situazione attuale – osserva l’associazione che aderisce a Confindustria – gravera’ sulle bollette elettriche di cittadini ed aziende. Le utenze domestiche rappresentano il 22% circa della domanda italiana di energia elettrica, le altre utenze il rimanente 78%, quindi la gran parte di questi incentivi finira’ per essere a carico dell’industria e delle PMI.

”Dunque – rileva Assoelettrica – se solo un quarto del costo degli incentivi pesera’ direttamente nella bolletta elettrica delle famiglie, i rimanenti tre quarti si rifletteranno pero’ in buona parte in un aumento nel costo di prodotti e servizi che le stesse famiglie acquisteranno”. Attualmente, ricorda l’Associazione che riunisce circa 120 aziende elettriche che operano nel libero mercato assicurando circa il 90% dell’energia elettrica generata in Italia, viene incentivata l’energia elettrica prodotta da fotovoltaico, da fonte eolica, idroelettrica e geotermica.

Viene anche incentivata l’energia elettrica prodotta da biomasse, biogas, bioliquidi e l’energia prodotta dalla frazione organica dei rifiuti bruciati nei termovalorizzatori. Il fotovoltaico viene incentivato con il conto energia, appena giunto alla sua quinta edizione: entro i prossimi mesi verra’ raggiunto il costo cumulato annuo degli incentivi, pari 6,7 miliardi e cessera’ il sostegno pubblico a questa tecnologia. Da quest’anno e’ stata completamente rivista anche l’impostazione degli incentivi alle fonti rinnovabili elettriche non solari.

Fino al 2012 le altre fonti rinnovabili sono state incentivate con certificati verdi (grandi impianti) o tariffa onnicomprensiva (impianti di potenza inferiore a 1 MWe o sotto i 200 kWe se eolici). Il costo imputabile a questi incentivi puo’ essere monitorato attraverso i contatori messi a disposizione dal Gse e attualmente e’ pari a circa 3 miliardi di euro.

Dall’inizio di quest’anno viene invece diversificato l’importo degli incentivi per fonte fino a cinque classi di potenza, sostituendo i certificati verdi con una tariffa ‘feed in premium’, cioe’ un incentivo che si va ad aggiungere alla remunerazione ottenuta vendendo sul mercato l’energia elettrica prodotta dall’impianto.

Sono stati inoltre posti, attraverso l’obbligo a partecipare ad aste o all’iscrizione a registri, limiti stringenti alla potenza incentivabile in modo da garantire che le rinnovabili elettriche non assorbano piu’ di 5,8 miliardi di euro all’anno di incentivi. Agli incentivi gia’ citati si aggiungono i contributi ‘Cip6’, che sono in via di esaurimento e scompariranno nel 2020, ai quali potevano accedere anche impianti fotovoltaici, idroelettrici, eolici.

(Di Stefania De Francesco) ANSA

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