5 febbr – L’indipendenza del presidente della Bce Mario Draghi ”non e’ minacciata dalla sua appartenenza al ‘gruppo dei 30”’: lo ha stabilito il mediatore europeo Nikiforos Diamandouros respingendo il ricorso presentato a questo proposito da una Ong. Dopo aver analizzato la composizione, le fonti di finanziamento e le finalita’ del gruppo dei 30, l’Ombudsman, si legge in una nota, ha ritenuto che l’appartenenza di Draghi ”e’ compatibile con il suo ruolo alla BCE”.
Che cos’è il “Gruppo dei Trenta” di cui Draghi fa parte?
Nell’ottica di garantire la massima trasparenza possibile, il mediatore Ue ha comunque ‘suggerito’ alla Bce di pubblicizzare l’appartenenza di Draghi al gruppo dei 30 sul proprio sito web.
L’attuale presidente del ‘gruppo dei 30′ e’ l’ex presidente della Bce Jean-Claude Trichet e questa organizzazione, si osserva nella nota diffusa dall’Ombudsman Ue, ”raccoglie personalita’ troppo diverse per costituire un ‘gruppo d’interesse”’. Tra i suoi componenti figurano alti rappresentanti delle banche centrali, di istituzioni finanziarie internazionali pubbliche, di banche private, di societa’ d’investimento, nonche’ politici ed accademici.
A chiedere l’intervento del mediatore Ue era stato nel giugno del 2012 il Corporate Europe Observatory (Ceo) sottolineando l’incompatibilita’ dell’appartenenza di Draghi all’organizzazione con l’indipendenza, la reputazione e l’integrita’ della Bce.
Questo perche’, secondo il ricorrente, il gruppo dei 30 promuove gli interessi del settore finanziario privato dando ai suoi rappresentanti l’opportunita’ di fare lobby nei confronti dei soci che rappresentano il settore pubblico. Una tesi bocciata dal mediatore Ue che, dopo aver compiuto i necessari approfondimenti, ha ora deciso di respingere il ricorso del Ceo.