Rischio crisi di governo, Monti: “Attendo valutazioni del Colle”

7 dic. – Aria di crisi per il governo con il Pdl che a distanza di poche ore diserta due voti di fiducia, prima al Sento, poi alla Camera. A scatenare la reazione del centrodestra, le parole del ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera che aveva bocciato un ritorno di Berlusconi in campo definendolo “non un bene per l’Italia”.

Il primo strappo avviene a Palazzo Madama sul dl Sviluppo. È il capogruppo Maurizio Gasparri a segnare il “passaggio del nostro gruppo a una posizione di astensione nei confronti del governo” disertando il voto “pur consentendo il mantenimento del numero legale”. Il dl passa lo stesso ma con soli 127 sì (su una maggioranza di 84), 17 no e 23 astenuti per la scelta di non votare della maggior parte dei senatori Pdl.

Quindi tocca alla Camera con l’annuncio del capogruppo Fabrizio Cicchitto di un bis sul dlgs Enti locali: “Abbiamo deciso di astenerci sul voto di fiducia richiesto dal governo per marcare la nostra posizione fortemente critica sulla sua politica economica”.

Il Pd insorge accusando il centrodestra di comportamento irresponsabile. “Non abbiamo nessuna paura del voto – avverte Bersani – ma davanti al mondo non possiamo dare l’idea di un Paese che non ha solidità”. Comunque, dice il candidato premier del centrosinistra, “se la posizione del Pdl” che si è esplicitata al Senato ”verrà confermata, il presidente Napolitano troverà modi e forme per chiudere questa vicenda nel modo più ordinato possibile”.

E poco dopo Napolitano interviene richiamando tutti a “cooperare responsabilmente a una ordinata, non precipitosa e convulsa conclusione della legislatura e dell’esperienza di governo avviata nel novembre 2011″. Per il capo dello Stato la tenuta istituzionale del Paese “è fuori questione”.

“Sappiamo – ricorda il capo dello Stato – che la imminente conclusione della legislatura, e quindi l’avvicinarsi delle elezioni per il Parlamento, stanno suscitando crescenti tensioni tra le forze politiche, da oltre un anno impegnatesi nel sostenere un governo cui non partecipassero esponenti dei partiti. Ci sono tensioni politiche pre-elettorali che anche fuori d’Italia possono essere comprese senza suscitare allarmi sulla tenuta istituzionale del nostro Paese”. “Questa tenuta – sottolinea Napolitano – è fuori questione, ho il dovere di riaffermarlo pubblicamente e mi sento in grado di farlo”.

Lo scontro più duro si consuma durante le dichiarazioni di voto a Montecitorio con il capogruppo Pd Franceschini che va all’attacco accusando il Pdl di scaricare “i vostri problemi interni sugli italiani”. “Stiamo dando al mondo un pericolosissimo segnale di instabilità e incertezza. Basta vedere l’andamento dello spread”. “Nella storia del Parlamento – sottolinea l’ex leader Pd – un grande partito toglie la fiducia al governo senza spiegare il perché. Evidentemente è arrivato un ordine nella notte. Non posso credere che siano state le parole di Passera. E’ un pretesto. E non voglio credere che la ragione sia bloccare il decreto del governo sull’incandidabilità (approvato nel frattempo dal governo, ndr) e non voglio neanche credere che questo passo verso la crisi sia per tenersi la comodità della nomina nelle liste bloccate del Porcellum”.

Un appello ai deputati Pdl arriva invece dal leader Udc Casini. “Spero – dice – in un sussulto di dignità”. E all’appello rispondono in tanti tra cui l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini: “Come un anno fa ritengo che gli ideali del popolarismo europeo ci impongano di sostenere il governo Monti. Non mi sento oggi di cambiare idea. Non mi sento di seguire l’indicazione del gruppo. La mia visione europea e europeista, mi impedisce di alimentare una fase di instabilità e di rischio per il nostro Paese. Per questo voterò la fiducia”.

Il presidente del Consiglio intanto sta a gurardare. “Non ho in programma nessun passo e, come credo di avere detto più di una volta, attendo di conoscere le valutazioni del Capo dello Stato”. (Adnkronos/Ign)

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