In chirurgia, bisturi coreani che non tagliano e suturatrici cinesi. In terapia intensiva i quadri di Alinari

3 luglio – Dai bisturi coreani che “non tagliano” alle suturatrici cinesi di non garantita qualita’ ai cateteri che rischiano di rompersi. Nelle sale operatorie italiane si trovano anche queste tipologie di dispositivi medici ‘a rischio’ e la ragione, e’ la denuncia del presidente della Societa’ italiana di chirurgia, Gianluigi Melotto, e’ da ricercarsi nella politica “dell’acquisto al prezzo piu’ basso spesso perseguita dalle amministrazioni“.

“E’ assurdo pensare – ha sottolineato Melotti in occasione di un seminario sulla sicurezza dei dispositivi medici, promosso dall’Istituto superiore di sanita’ – che a causa della attuale crisi economica si possa andare a tagliare sul costo dei materiali che si usano negli ospedali: se si acquistano bisturi provenienti dalla Corea, dal prezzo vantaggioso ma che non tagliano come dovrebbero, questo non porta certamente a un risparmio per il nostro servizio sanitario nazionale”.

In contrasto con questi drastici e rischiosi tagli alla spesa sanitaria, troviamo invece opere d’arte in terapia intensiva. L’ansa dice che nelle nuove sale riservate a chi è in pericolo di vita all’antico ospedale fiorentino di Santa Maria Nuova, che saranno inaugurate in autunno, le opere sono già state sistemate, visibili da ogni letto in cui troveranno posto i malati.

Le opere Sono state realizzate appositamente da Luca Alinari, uno dei pittori contemporanei più conosciuti, che ha voluto interpretare nei suoi quadri oggetti di uso quotidiano, a metà tra un sogno piacevole e la concretezza della casa: volti, vasi, paesaggi per ottenere un “ospedale ad occhi aperti” che accompagni il risveglio. “Abbiamo commissionato le opere ad Alinari – spiega il direttore sanitario Marco Geddes da Filicaia – perché è un tipo di pittura positiva anche dal punto di vista terapeutico”.

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