Lo spread percepito e la cucurbitacea vagante

6 luglio – Mutuando  la tendenza ormai in atto nel settore delle previsioni meteo, quella della diffusione delle temperature rilevate e “percepite”, anche lo spread potrebbe essere espresso nelle due versioni.

A parte qualsiasi considerazione ironica sullo spread  ”percepito”, tutti possono notare i differenti modi in cui viene trattato l’argomento secondo il pulpito che officia le piccole kermesse sul tema. Qualora serva per attaccare (ancora?)  il Caimano che fu, lo spread percepito è qualcosa di mostruoso. Qualora serva per osannare Mariuccio da Varese, il “percepito” diventa una soglioletta  da frittura mista.

Proprio ieri abbiamo assistito a una chiusura da 457 punti: quasi una “vittoria”!
Alla fine, il conto lo pagheranno quelli che hanno ridotto i consumi alimentari del 36%, non per una meritoria scelta dietetica di salute: meno ciccia e più mediterranea; ma solo per le ristrettezze economiche in cui soffocano tante famiglie, mentre con i loro soldi si salvano le banche affinché continuino a speculare, inondando il mercato di titoli sempre più fasulli.

Hanno rinviato l’aumento dell’Iva a luglio del 2013, quasi a dire c’è ancora tempo per la follia.
Tutti invocano i tagli, ma nessuno li vuole, come se la barca andasse avanti lo stesso.
Attendiamo il Professore alla prossima lezione di spread.

Fregatura più fregatura meno,  ma una sola aura certezza: il cetriolo sarà sempre nostro!
Scopriremo mai i lati positivi della verde cucurbitacea?

Guglielmo Donnini

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