Authority, Di Pietro: “Accordi Pd-Udc, Curricula usati come carta da cesso”

6 giu – Alla Camera e al Senato sono iniziate le operazioni di voto per l’elezione di due componenti del Garante per la privacy e di due componenti dell’Autorita’ per le garanzie nelle comunicazioni. La votazione e’ a scrutinio segreto e per chiamata nominale. Le urne rimarranno aperte fino alle 13. Ma le polemiche per l’accordo tra Pd e Udc sulla scelta dei candidati a dispetto dei curricula e della trasparenza, non si placano.

“CV CARTA DA CESSO” – “Le modalita con cui sono stati individuati i componenti dell’Agcom e’ assurdo. Un metodo da presa in giro”. Si’ e’ data la possibilita’ di presentare dei curriculum, “solo che questi curriculum poi sono stati utilizzati come carta da cesso”. Lo dice il leader Idv, Antonio di Pietro, in conferenza stampa alla Camera nell’annunciare che il gruppo Idv ha deciso “di non partecipare al voto” come “unica forma di protesta democratica che abbiamo per far sapere che ripudiamo questo metodo antidemocratico scellerato che allontana sempre di piu’ i cittadini dal parlamento”.
Dei curriculum, spiega Di Pietro, “non gliene e’ fregato niente, nessuno li ha letti“. E le decisione di nominare i componenti delle authority sono state fatti “a monte” ancor prima “che arrivassero tutti i curriculum, in una logica spartitoria dei partiti della cosiddetta maggioranza. Si sono scelti i loro controllori in quota Pd, Pdl e Udc”.
“E, osserva,”non si e mai visto in nessun stato diritto che il controllato si scelga in logica i propri controllori. Ma quello che fa male a noi dell’Idv e’ la condiscendenza del Pd che cosi’ facendo ha finito per legittimare le scelte del Pdl”.

IL VERTICE E L’ACCORDO – Ieri il vertice alla Camera sulle Authority tra il Pd e il Terzo Polo. con il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, Benedetto della Vedova di Fli, i capigruppo democratici Franceschini e Anna Finocchiaro. Raggiunto un accordo di massima sui componenti dell’Autorita’ garante delle comunicazioni. Dopo la decisione del Pdl di presentare per l’aula 2 candidature su 4, il Pd era chiamato a scegliere se comportarsi allo stesso modo o favorire la nomina di un esponente del Terzo Polo. E’ passata questa linea, ma i Democratici hanno voluto rassicurazioni sul profilo del candidato, che deve rispondere a requisiti di alta professionalita’.

Tra le ipotesi in ballo (che allo stato non viene confermata) c’e’ anche quella secondo la quale i ‘terzopolisti’ restituranno il favore convergendo sul Garante della privacy. A differenza dell’Agcom (il cui presidente e’ eletto si indicazione del governo con il placet dei due terzi della commissione Trasporti), il presidente dell’Autorita’ Garante e’ eletto dal consiglio in carica. dire.it

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