Lettera aperta al Presidente della regione Emilia-Romagna Bonaccini

Egregio Presidente, mi rivolgo a Lei grazie alla disponibilità offertami da uno dei quotidiani più seguiti nella regione in cui Lei governa.
Mi rivolgo a Lei perché ho a cuore la vita di mia moglie, dei miei figli così come la vita di ciascuno si trovi a respirare l’aria di questa nostra bellissima terra quale è l’Emilia-Romagna.

Mi rivolgo a Lei perché non solo la nostra regione ma l’Italia intera, il mondo intero sta vivendo drammaticamente un’emergenza sanitaria veramente preoccupante dovuta al cosiddetto Covid-19.

Mi rivolgo a Lei, caro Presidente, perché – mentre dagli ospedali di Mantova e Pavia con la “cura del plasma” giungono sempre più notizie sugli esiti positivi ottenuti dal Prof. De Donno e nel confinante Veneto si sta attuando una “banca del plasma” – Lei, proprio Lei, signor Presidente ha vietato di curare con il plasma i pazienti ricoverati a causa del Covid-19 a meno che non siano essi stessi in terapia intensiva. Praticamente a un passo dalla morte.
Ciò significa (non sono un medico ma, mi creda, mi sono documentato in maniera più che approfondita) che, finché il paziente non raggiunge una tale gravita’ e cioè da richiedere la terapia intensiva, lo stesso viene curato con i soliti farmaci tipo Eparina, Azitromicina, Darunavir che fanno si arricchire le case farmaceutiche (ci mancherebbe!!!) ma non risolvono assolutamente i problemi di salute dei pazienti.

A questo punto, carissimo Presidente Bonaccini, rivolgendomi sampre a Lei, mi dovrebbe far capire, dovrebbe far capire a tutti se ha davvero a cuore la salute di emiliani e romagnoli, del suo popolo o la salute di altri che, magari, risultano pure quotati in borsa.

Carissimo Presidente Stefano Bonaccini, e qui concludo, per il sottoscritto, per la comunità che rappresenta qui a Ferrara, l’uomo, la donna, il nonno, la nonna vengono sempre prima di qualsiasi altra cosa ed, affinché si possa evitare un qualsiasi accanimento terapeutico con conseguente terapia intensiva, è da auspicarsi in tal senso un suo ravvedimento perché possa essere prestata fin da subito la cosiddetta terapia con il plasma.

Marco Pricca

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