Turismo, UE discrimina l’Italia. Franceschini indignato

“Niente corridoi, accordi bilaterali o concorrenza” sul turismo nell’Ue in tempo di pandemia, “non servono a niente. Dobbiamo scrivere protocolli comuni per la valutazione del rischio e garantire il libero spostamento dei turisti nell’area Schengen”: è la richiesta del ministro per i Beni culturali Dario Franceschini, che in un’intervista al Fatto Quotidiano esorta l’Ue a non discriminare: “Se a Rimini arriva un turista da Monaco o da Milano, deve essere la stessa cosa. E lo stesso per un italiano che va in Germania”.

Insomma, “non può esserci una differente valutazione del rischio tra gli Stati” perché “l’Europa l’altro ieri ha dato un segnale in questo senso: io e i ministri Di Maio e Amendola siamo impegnati in questa direzione”, ha assicurato il titolare del dicastero del Collegio Romano.

Franceschini dice anche che nella vicenda e nel dramma del coronavirus “si è diffusa una consapevolezza: l’importanza della cultura e del turismo nel nostro Paese non è solo ‘valorialè ma è una forza economica enorme” che vale “il 20 per cento del Pil”.

Poi chiosa: “è servita un’emergenza, ma almeno questa consapevolezza è passata”. Per Franceschini, poi, il fatto che nel dl Rilancio, tra misure peculiari e generali, “ci siano circa 5 miliardi di risorse per questo settore dimostra che finalmente il nostro Paese ha capito” e il risultato ottenuto rappresenta “la piu’ grande manovra della storia della Repubblica, scritta in una situazione di emergenza, con interi settori in crisi” anche se, riconosce, “qualche giorno in piu’ ci è servito per fare le cose nella maniera piu’ equa possibile”.  AGI.IT

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