Conclave 2005, “card Martini cercò di bloccare l’elezione di Ratzinger”

Come annunciato dal vaticanista Marco Tosatti sulla sua rubrica Stilum Curiae, è uscito oggi un nuovo libro di Peter Seewald, un’autorevole biografia di Joseph Ratzinger di più di mille pagine. Il libro si intitola “Ein Leben”, “Una vita”. Ne parla Maike Hickson, la collega di origine tedesca di LifeSiteNews, in due anticipazioni.
Seewald dice nel suo saggio che Benedetto ha risposto negli anni a molte domande – “anche le più strane” – per questo nuovo libro e che il segretario pontificio Georg Gaenswein gli ha spiegato “con impressionante onestà” e generosamente molte circostanze e background.
Uno di questi elementi ricorda come il cardinale gesuita Carlo Maria Martini cercò inutilmente di bloccare l’elezione di Joseph Ratzinger; una precisazione interessante, perché negli anni passati c’è stato il tentativo, da parte di alcuni, di alimentare la leggenda secondo cui Martini avrebbe deciso a un certo punto di favorire il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Invece…ma leggiamo che cosa scrive Hickson:

Come ha detto in un’intervista a LifeSiteNews Paul Badde, corrispondente tedesco di Roma per la EWTN, il Cardinale Meisner ha avuto un ruolo cruciale nell’ostacolare i piani del Gruppo di San Gallo. Aveva appreso da Badde l’agenda e i nomi del Gruppo di San Gallo prima del conclave, ed era riuscito a diffondere questa informazione durante il conclave.

Come Badde ha detto a LifeSite: “Il 17 aprile 2005, però, un prelato del Vaticano mi ha chiamato e mi ha informato di avere le prove di una cospirazione di cardinali che avevano cercato di impedire l’elezione di Joseph Ratzinger a prossimo Papa. Si trattava del cosiddetto Gruppo di San Gallo, come ora so, e il prelato mi ha dato anche una lista con i loro nomi, tra cui il cardinale Achille Silvestrini, il cardinale Walter Kasper, il cardinale Karl Lehmann, il cardinale Godfried Danneels, il cardinale Murphy-O’Connor, il cardinale Audrys Juozas Bačkis e il cardinale Carlo Martini. Nel pomeriggio ho chiamato il Cardinale Meisner e gli ho chiesto cosa fare in modo responsabile, perché non volevo creare uno scandalo. Si è infuriato, ma mi ha detto con calma: “Segui la tua coscienza”>.

Badde ha poi pubblicato, il primo giorno del conclave, un articolo di giornale su questo complotto contro l’elezione di Ratzinger. Lo stesso Meisner portò con sé quell’articolo al conclave insieme a un’immagine del Volto Santo di Manoppello, che aveva visitato qualche settimana prima, insieme a Paul Badde. Quell’immagine è il volto di Nostro Signore che è stato impresso in modo miracoloso su un pezzo di stoffa di seta. Badde racconta come Meisner abbia preso nel conclave “quel mio articolo e abbia combattuto come un leone contro questa cospirazione, per quanto fosse solo, e nonostante il suo italiano limitato”. È stato il giorno più difficile della mia vita” mi disse più tardi, senza però menzionare altri dettagli”.
“Ma quando il conclave finì”, concluse Badde, “divenne chiaro che Meisner era diventato il king maker, o più precisamente, il pope maker”.

Come ha mostrato Gerald O’Connell nel suo libro del 2019, alcuni dei “re-maker” di Papa Francesco al Conclave 2013 sono stati i cardinali Cormac Murphy-O’Connor, Walter Kasper e Oscar Maradiaga.
Uno dei loro compagni, il cardinale Godfried Danneels, più tardi chiamerà questo gruppo di prelati “mafiosi di San Gallo”. Nel 2015, ha dichiarato: “Il gruppo Sankt-Gallen è una sorta di nome elegante. Ma in realtà abbiamo detto di noi stessi, e di quel gruppo: ‘La mafia’”.

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