Undiemi: Mes senza condizionalità è impossibile, finiamola

di Lidia Undiemi – Il Mes senza condizionalità è impossibile, sarebbe illegittimo e politicamente attaccabile. Il motivo è molto semplice. Ciò che legittima il Mes ad intervenire in ambito europeo è una regola del diritto primario dell’Unione Europea, in particolare l’art. 136 del TFUE che al comma 3 prevede:

«Gli Stati membri la cui moneta è l’euro possono istituire un meccanismo di stabilità da attivare ove indispensabile per salvaguardare la stabilità della zona euro nel suo insieme. La concessione di qualsiasi assistenza finanziaria necessaria nell’ambito del meccanismo sarà soggetta a una rigorosa condizionalità».

Il Mes senza condizionalità sarebbe quindi una violazione di uno dei trattati fondamentali dell’UE.

Questo significa che anche se l’Eurogruppo dovesse violare tale regola – ma credetemi penso che non lo farà – in un futuro non troppo lontano qualcuno potrebbe rivendicarne l’applicazione. Potrebbe essere un parlamentare di uno dei paesi dell’Eurozona, per esempio il Mes è già finito sotto accusa nel 2012 per iniziativa di un parlamentare irlandese, Thomas Pringle. Oppure come già accaduto un paio di volte contro la BCE, potrebbe essere un gruppo di tedeschi o un partito di minoranza ad accusare circa l’utilizzo improprio di tale strumento.

Chi ci garantisce in questi casi che la richiesta giudiziale di una corretta applicazione dei trattati fondamentali non conduca ad una sanzione nei confronti del Mes stesso e dei paesi beneficiari a conformarsi al diritto primario, cioè ad applicare le condizionalità?

Considerate che i piani di finanziamento del Mes possono essere decennali, dunque non ci si può certo liberare dal suo debito dall’oggi al domani.

Ma non è solo questo che rende poco credibile la proposta in un Mes senza condizionalità.

Per esser certi che tutto l’Eurogruppo abbia effettivamente deciso di far venir meno il principio delle condizionalità è necessario avere accesso a tutti i documenti in cui viene definito l’accordo tra il paese richiedente e il Mes. Ma i membri del Mes sono tenuti al segreto professionale (art. 34 del Trattato) e i documenti e gli archivi appartenenti al Mes sono inviolabili (art. 32 del Trattato), dunque non si comprende bene che tipo di garanzia potremmo avere. Forse mediante il pieno accesso da parte del Parlamento che poi conferisce lo stesso potere di informazione ai cittadini?

Supponiamo infine che ci sia un cambio di maggioranza in uno dei paesi dell’Eurozona, e che quella nuova non sia d’accordo con la violazione, e rivendichi la corretta applicazione della norma.

L’unica casa certa, ad oggi, è che per qualche mese di emergenza rischiamo di pignorare le scelte politiche future per il resto della nostra vita.

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