Vaticano, torna l’allarme terrorismo: rafforzato dispositivo di sicurezza

In Vaticano è tornato l’allarme di un attentato possibile. Terrorismo, non coronavirus. Lo scrive, in anteprima per il sito web d’informazione 7 Colli, Francesco Storace. “Una disposizione ministeriale – si legge nell’articolo – ha informato che c’è bisogno di rafforzare la presenza del personale di Polizia a San Pietro. Ne sono stati informati anche i sindacati per le conseguenze sul personale. Dal ministro non esce una sillaba”.

La segnalazione di 7 Colli è circostanziata. “Presso l’ispettorato del Vaticano si istituisce un ulteriore presidio, o meglio una nuova struttura, definita “unità operativa di primo intervento”. E tanto per far capire di che si tratta, il motivo sta “nel perdurare della minaccia terroristica internazionale”. Che, si fa notare, spesso “ha colpito luoghi turistici e di culto”.

Pertanto è “necessario potenziare il dispositivo a protezione dell’ordine e della sicurezza pubblica dell’area prossima allo Stato Città del Vaticano e del Sommo Pontefice”. Saranno 14 i rinforzi di polizia destinati all’operazione.

“Chiedi spiegazioni – prosegue Storace – e le bocche sono cucite. In questo momento nessuno parla, tantomeno al Viminale. Da dove vengono le nuove minacce? In che cosa consistono? C’è da avere paura – di nuovo – ad andare in piazza San Pietro? Ogni operazione del genere ha i suoi costi e quindi sarà motivata adeguatamente dagli organi dello Stato”.

Hanno chiesto al Papa di annullare le udienze – “Il rafforzamento del dispositivo di sicurezza in Vaticano non convince però tutti. Fabio Conestà, leader del sindacato Mosap, è molto più preoccupato per le questioni di salute che stanno angosciando l’Italia. “Corriamo più rischi con le udienze generali del Papa, sia per eventuali terroristi che per il coronavirus. Ma sembrano tutti fregarsene”.

“Altri – conclude l’articolo di 7 Colli – confidando nell’anonimato, dicono che anche dai piani alti del ministero abbiano suggerito al Papa Francesco di sospendere le udienze generali. Ma Bergoglio non ne vuole sentir parlare”.

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