Egiziano tenta di sfondare porta del Commissariato per vendicarsi di un arresto

È finito nuovamente dietro le sbarre il 30enne egiziano che nel 2018 fu arrestato dopo che aveva minacciato di far saltare in aria un’abitazione servendosi di una bombola di gas. Tornato in libertà, lo straniero ha raggiunto il commissariato di Fondi (Latina), con l’intenzione di vendicarsi degli agenti che lo avevano allora fermato.

Il 16 giugno di due anni fa, Khattab Abdalla Ahmed Abdalla, questo il nome del nordafricano, era stato colto in flagranza di reato mentre stava commettendo un furto all’interno di una villetta in via delle Marne. Raggiunto dagli agenti di polizia, allertati dalla stessa proprietaria dell’abitazione, era stato trovato intento ad armeggiare con una bombola di gas GPL. In mano, aveva un accendino.

Compresi i pericolosi propositi dell’extracomunitario, gli agenti erano entrati immediatamente in azione, bloccandolo al termine di un furioso scontro fisico. In preda ad una cieca rabbia, il soggetto aveva continuato ad urlare minacce e ad opporre strenua resistenza durante tutte le fasi del fermo, gridando più volte: “Allah Akbar”.

L’allora 27enne aveva spiegato di trovarsi a Fondi per festeggiare la fine del Ramadan, e di far parte dell’Isis. In seguito all’episodio lo straniero, risultato residente a Roma ed in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno, era stato accusato dei reati di tentato furto, tentato incendio, danneggiamento aggravato, nonché di violenza, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale. Il giudice del tribunale di Latina lo aveva pertanto condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione da scontare dietro le sbarre della casa circondariale locale.

Il periodo di detenzione non ha evidentemente ricondotto l’egiziano a più miti consigli.

Di nuovo a piede libero, lo straniero è infatti andato a cercare i “responsabili” di quanto gli era accaduto. Durante la giornata dello scorso mercoledì 8 gennaio, il 30enne si è presentato dinanzi al commissariato di Fondi ed ha scavalcato la cancellata per raggiungere l’ingresso dell’edificio.

Chiamando a gran voce gli agenti per avere un confronto, lo straniero ha addirittura tentato di forzare a suon di calci e spallate la porta per accedere all’interno dell’edificio. A detta sua, a causa loro aveva subìto una detenzione ingiusta e, se fosse stato ucciso, sarebbe morto come un martire.

Tempestivamente fermato da alcuni poliziotti, il soggetto è stato immobilizzato e ridotto ancora una volta in manette. Dichiarato in arresto, per il 30enne si sono nuovamente aperte le porte del carcere di Latina, dove si trova attualmente detenuto a disposizione dell’autorità giudiziaria ed in attesa di processo.

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