Sea Watch, denunciati anche i Procuratori. Ornella Mariani: avanti con fermezza!

di Ornella Mariani

La Denuncia sottoriportata ha tre funzioni:

  • Informare quanti Cittadini l’abbiano a loro volta condivisa ed inoltrata dello stato dei fatti;
  • Confermare ai Procuratori denunciati il mio Diritto ad ottenere Giustizia;
  • Dar conto a Chi ne abbia interesse della fermezza nel rigorosamente portare avanti, in ogni sede anche INTERNAZIONALE, vicende che hanno appannato la credibilità istituzionale.

ILL.MO SIG PROCURATORE DELLA REPUBBLICA

presso il TRIBUNALE DI CATANIA

 

DENUNCIA

Io sottoscritta FORNI MARIANI ORNELLA, nata a Ponte (BN) il XXXX e residente in Benevento XXXX, indirizzo mail ornmariani@hotmail.com,

denuncia alla S.V. Ill.ma, competente per territorio ai sensi delle norme più innanzi richiamate, i gravi eventi che vengono testè descritti.

  • La denuncia-querela del 5.7.2019 dinanzi alla Procura della Repubblica di Caltanissetta nei confronti di VELLA ALESSANDRA (G.I.P. del Tribunale di Agrigento).

 

  • Con denuncia-querela del 5.7.2019, il cui contenuto abbiasi qui per integralmente ripetuto ed al quale comunque espressamente ci si richiama (ALLEGATO 1), la sottoscritta denunciava alla Procura di Caltanissetta, competente per territorio ex art. 11 c.p.p., l’operato della dott.ssa VELLA ALESSANDRA, G.I.P. presso la Procura della Repubblica di Agrigento, in relazione alla sua ordinanza del 2.7.2019 resa nel procedimento penale n. 3169/19 RGNR a carico di RACKETE CAROLA e pendente dinanzi al Tribunale di Agrigento;

 

  • La sottoscritta formalizzava altresi’, il successivo 19 luglio, atto di INTEGRAZIONE alla sua precedente denuncia (ALLEGATO 2);

 

  • In detti suoi scritti la odierna istante lamentava, e dome detto formalmente denunciava, quale CITTADINA ITALIANA, la abusiva presa di posizione, e la conseguente illegittima ordinanza, adottate dalla GIP Vella nella sconcertante vicenda, sin troppo nota alle cronache nazionali ed internazionali, della “Nave O.N.G. SEA WATCH 3” e della sua comandante RACKETE CAROLA, che, ad avviso della odierna esponente, in spregio alla intera vigente normativa, e soprattutto in spregio alla sovranità stessa dello Stato Italiano, ne aveva violato le leggi, ne aveva offeso i valori, ne aveva calpestato i sentimenti, ne aveva leso gli interessi, peraltro ponendo a repentaglio la vita di propri militari in servizio;

 

  • Fatto sta, ai fini che rilevano nella presente sede, che dopo 3 mesi dalla denunzia, con istanza ex art. 335 c.p.p. del 5.10.2019 (ALLEGATO 3) la sottoscritta chiedeva alla Procura di Caltanissetta, legittimamente, e come suo sacrosanto diritto, di vedersi comunicare le iscrizioni previste dai commi 1) e 2) della stessa disposizione di legge; la comunicazione veniva formalmente, ed altrettanto legittimamente, inoltrata a mezzo PEC da parte della sottoscritta a mezzo del suo difensore e procuratore, munito di procura speciale;

 

  • Ebbene, con nota del 7.10.19 (Allegato 4) la Procura di Caltanissetta rispondeva a tale iniziativa che non verranno esitate le richieste pervenute a mezzo servizio postale o INVIATE PER POSTA ELETTRONICA ANCHE CERTIFICATA;

 

  • In sintesi, la Procura competente rispondeva ad una istanza inoltrata VIA PEC, con una nota di riscontro trasmessa VIA PEC, che non avrebbe evaso richieste inviate VIA PEC!

 

  • Soprattutto, la Procura di Caltanissetta OMETTEVA IN TOTO l’adempimento cui era – ed è – tenuta PER LEGGE, non solo e non tanto per i fin troppo noti principi di trasparenza, terzietà, efficienza e buon andamento, ma anche e soprattutto in quanto obbligata dalla legge.

 

  • Ma vi è ben di più: ricevuta la apodittica quanto, ad avviso di chi scrive, probabilmente illegittima e comunque inammissibile “risposta” come sopra, la sottoscritta, non potendosi di certo recare personalmente DA BENEVENTO a CATANISSETTA solo per ottenere la certificazione richiesta (“viaggio” impegnativo, dispendioso e peraltro la cui obbligatorietà NON E’ MAI STATA PREVISTA DA NORMA ALCUNA!), sempre in data 7.10.2019 inoltrava l’istanza medesima anche a mezzo di RACCOMANDATA A/R (ALLEGATO 5),mezzo DA SEMPRE valido,legittimo ed efficace. Inutile dire che il riscontro anche a tale seconda iniziativa risultava in toto negativo.

 

  • Ennesima similare iniziativa la sottoscritta intraprendeva anche con nuova comunicazione PEC del successivo 7 novembre 2019 (ALLEGATO 6), dunque decorsi 4 mesi dalla propria denuncia, vedendosi ancora una volta spudoratamente rispondere, sempre a mezzo di PEC (!) del 8.11.19, che la istanza veniva RIFIUTATA, in quanto la richiesta non può essere esitata per posta elettronica anche certificata (ALLEGATO 7).

 

La sottoscritta chiede dunque con il presente atto di valutare se il testè descritto operato e comportamento del Procuratore di Caltanissetta, destinatario sia della iniziale denuncia e della sua integrazione, sia delle ripetute e reiterate istanze ex art. 335 c.p.p., concretizzi o meno un palese rifiuto di atti di ufficio e/o una evidente omissione di atti che era invece obbligato a compiere, rappresentando in tal caso una palese violazione di legge di un Pubblico Ufficiale, il quale, se così fosse, anziché dare legale riscontro ad istanze formali e legittime, ha inteso negare alla parte denunciante qualsiasi diritto, pur previsto dal codice di procedura penale (oltre che da trasparenza,imparzialità e terzietà).

Per tali esposte ragioni la sottoscritta FORNI MARIANI ORNELLA, come sopra generalizzata, con il presente atto sporge nei suoi confronti formale denuncia-querela per i reati omissione di atti d’ufficio, rifiuto di atti del suo ufficio, nonché di tutti gli altri reati che la S.V. vorrà ritenere di ravvisare nei fatti narrati, chiedendo alla stessa detta A.G. di valutare adeguatamente tutti i fatti e le circostanze evidenziate.

Si individua quale competente per territorio, essendo la presente denuncia sporta nei confronti di magistrato in forza alla Procura di Caltanissetta, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 1 della Legge 420 del 1998, modificativa dell’articolo 11 del codice di procedura penale, il Procuratore della Repubblica di Catania.

 

  • La denuncia-querela del 1.7.2019 dinanzi alla Procura della Repubblica di Agrigento nei confronti di DEL RIO GRAZIANO, FARAONE DAVIDE, FRATOIANNI NICOLA, MAGI RICCARDO e ORFINI MATTEO (Parlamentari).

 

  • Con parallela complementare denuncia-querela del 1.7.2019, il cui contenuto pure siasi qui per integralmente ripetuto e trascritto, ed al quale comunque espressamente ci si riporta (ALLEGATO 8), la sottoscritta Ornella Mariani Forni denunciava alla Procura di Agrigento, quale indignata CITTADINA ITALIANA, gravissimi fatti a suo avviso posti in essere dai parlamentari DEL RIO Graziano, FARAONE Davide, FRATOIANNI Nicola, MAGI Riccardo e ORFINI Matteo, sempre in occasione delle vere e proprie illecite scorribande operate nello scorso mese di giugno 2019 dalla “Nave O.N.G. SEA WATCH 3” e dalla sua comandante RACKETE CAROLA (cfr. testuale contenuto della denunzia);

 

  • Dopo 3 mesi dalla denunzia, con istanza ex art. 335 c.p.p. del 5.10.2019 (ALLEGATO 9) la sottoscritta chiedeva alla Procura di Agrigento, come suo diritto, di ricevere comunicazione delle iscrizioni previste dai commi 1) e 2) della stessa disposizione di legge; la comunicazione veniva formalmente, ed altrettanto legittimamente, inoltrata a mezzo PEC da parte della sottoscritta a mezzo del suo difensore e procuratore,munito di procura speciale;

 

  • A tale iniziativa non seguiva riscontro anche minimo alcuno, tanto che il successivo 7 novembre (a 4 mesi dalla denuncia, quindi), si rendeva purtroppo necessario reiterare l’istanza, sempre a mezzo PEC (ALLEGATO 10);

 

  • Solo a questo punto, e solo a mezzo di certificazione datata 11.2019 (ALLEGATO 11), il Procuratore di Agrigento rispondeva (stavolta anch’egli a mezzo PEC,evidentemente in contrasto con il “collega” di Caltanissetta!) che non risultano iscrizioni suscettibili di comunicazioni” (sic!) (ALLEGATO 12).

 

Orbene, alla luce di tale – si passi il termine – “strana” comunicazione, a questo punto sono possibili, ad avviso della odierna esponente, solo 3 ipotesi, francamente l’una più incondivisibile dell’altra:

 

  • O il Pubblico Ministero non ha acquisito la notizia di reato, o comunque non ha proceduto ad alcuna iscrizione, circostanza probabilmente inverosimile, ma che, se eventualmente sussistente, risulterebbe di gravità inaudita.

 

  • O, ancora, la Procura avrebbe potuto aver archiviato la notizia di reato, cosa che, se così fosse, apparrebbe duplicemente biasimevole, sia nel senso che un affare così delicato e di tale rilevanza nazionale ed internazionale avrebbe a questo punto comportato indagini assolutamente sommarie ed estremamente veloci, oggettivamente incompatibili con i gravi fatti denunziati, sia in quanto alla denunciante, persona offesa anche solo quale cittadina italiana, nulla sarebbe stato comunicato, peraltro in spregio anche alla espressa richiesta, formulata nella denuncia, ex art. 408 c.p.p.

 

  • Oppure, ancora, il Pubblico Ministero avrebbe potuto non qualificare la scrivente, denunciante in proprio, quale parte offesa, circostanza che rivestirebbe altrettanto inaudita gravità, dal momento che la odierna esponente senza dubbio alcuno riveste, anche solo come privata cittadina, tale qualità e qualifica, non foss’altro che per il fatto, assolutamente indiscutibile, che i parlamentari responsabili dei fatti descritti, ed espressamente menzionati nella denuncia, sono i rappresentanti istituzionali della sottoscritta, oltre che di milioni di altri cittadini egualmente sconcertati, offesi, lesi e vilipesi dai fatti sottoposti all’attenzione della magistratura.

 

Non può nutrirsi, a tale ultimo proposito, dubbio anche minimo alcuno, dal momento che il comportamento dei rappresentanti delle istituzioni non può considerarsi, e valutarsi, ed eventualmente punirsi, a prescindere dalla loro responsabilità non solo nei confronti dello Stato, o, peggio, dei partiti politici che li designano, ma anche e soprattutto dei CITTADINI ITALIANI, che sono e restano le persone offese dai loro comportamenti, qualora beninteso attuati in spregio alla legge.

 

Per tali esposte ragioni la sottoscritta FORNI MARIANI ORNELLA, come sopra generalizzata, con il presente atto sporge nei suoi confronti formale denuncia-querela, chiedendo alla S.V. di valutare se in tutto quanto espostosi ravvisino o meno gli estremi per la eventuale sussistenza per i reati omissione di atti d’ufficio, rifiuto di atti del suo ufficio, nonché di tutti gli altri ipotetici reati che la S.V. vorrà eventualmente ritenere di ravvisare nei fatti narrati.

 

Dal momento che la presente denuncia è sporta nei confronti di magistrato in forza alla Procura di Agrigento, per cui ai sensi e per gli effetti dell’articolo 1 della Legge 420 del 1998, modificativa dell’articolo 11 del codice di procedura penale, il Procuratore competente dovrebbe essere quello di Caltanissetta, ma la denuncia che precede, di cui al punto n.2), è assolutamente connessa e correlata con quella di cui al punto 1), ed inoltre quest’ultima contiene denuncia verso lo stesso Procuratore di Caltanissetta, che diventa pertanto de plano incompatibile, si individua quale magistrato competente a raccogliere la presente iniziativa ed a svolgere le relative indagini sempre il Procuratore della Repubblica di CATANIA.

 

Infine, la sottoscritta chiede sin d’ora, ai sensi e per gli effetti dell’art. 408, comma 2, del codice di procedura penale, di essere informata nella denegata ipotesi di archiviazione di uno o di entrambi i casi.

 

Campobasso, 9 dicembre 2019

Con osservanza

 

ORNELLA MARIANI FORNI

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