Emilia Romagna concorso primario Sant’Orsola. Tutti sanno da mesi chi lo vince

di Antonio Amorosi

Nel socialismo reale stile sinistra Ztl, cioè in Emilia Romagna, le cose funzionano ancora così. Domani a Bologna si terrà il concorso pubblico per la selezione del prossimo primario di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale Sant’Orsola-Malpighi, la più grande azienda ospedaliera pubblica italiana e si sa già chi lo vincerà. A ridosso delle prossime elezioni per il governatore della Regione e che vedono in lizza Stefano Bonaccini per il Pd e Lucia Borgonzoni per la Lega si consuma un caso emblematico per la tanto decantata sanità emiliana.

L’avviso del bando per la direzione di Ortopedia è pubblico dall’11 settembre scorso, giorno dal quale anche le pietre dell’ospedale sanno che lo vincerà il dottor Massimiliano De Paolis, in forze attualmente ad un altro ospedale bolognese, il Rizzoli. Massimiliano De Paolis, è un dottore professionalmente molto preparato ma esperto in interventi di tipo neoplastico, cioè tumori alle ossa. Il reparto che andrebbe a dirigere invece interviene principalmente su traumi dovuti a fratture. Parliamo di rotture degli arti che coinvolgono soprattutto gli over 70.

Secondo i documenti ufficiali, nella commissione giudicatrice per scegliere il primario compare (oltre al direttore sanitario del Sant’Orsola) il dottor Roberto Casadei, direttore di Ortopedia e Traumatologia all’ospedale di Forlì. “Tutta la mia formazione si è svolta presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, nell’ambito dell’oncologia ossea”, spiega Casadei nelle sue presentazioni per le riviste specializzate. Stesso ospedale dove lavora De Paolis e nello stesso settore. Che i due si conoscano? De Paolis e Casadei condividono su riviste specializzate diversi articoli (con pochi altri colleghi). Sul giornale di ricerca scientifica www.sciencedirect.com c’è un primo articolo firmato dai due: “Total elbow arthroplasty for primary and metastatic tumor” del dicembre 2015. Su Revue de Chirurgie Orthopédique et Traumatologique è stato pubblicato nel 2016 un articolo dal titolo “Prothèses totales de coude dans les tumeurs primitives et secondaires”. Su European Journal of Orthopaedic Surgery & Traumatology troviamo del 2013 “Two-stage, combined, three-level en bloc spondylectomy for a recurrent post-radiation sarcoma of the lumbar spine”. Su European Spine Journal del 2007 c’è invece “Reconstruction with fascia lata allograft of the posterior vertebra elements after resection for aneurysmal bone cyst in a child”.

De Paolis è di sicuro un esperto dei tumori alle ossa, ma perché possa diventare primario della traumatologia a Bologna resta un mistero. Anche perché in città è previsto un invecchiamento vertiginoso della popolazione (Bologna è una delle città con più anziani d’Italia) e la tipologia di problemi di questa categoria d’età e di cui dovrebbe occuparsi il settore della traumatologia sono le fratture degli arti non i tumori.

“Il tumore primario dell’osso è abbastanza raro”, spiega l’Airc, l’associazione italiana ricerca tumori, “in Italia si registra in media ogni anno poco più di 1 caso ogni 100.000 persone”. Facendo due conti parliamo di 600 casi di tumori ogni anno in tutta Italia. Quando solo le fratture “per l’osteoporosi senile in Italia registrano all’anno 230.000 casi”, ha riferito la Società italiana di ortopedia e traumatologia (Siot) al suo 100° congresso. A cui vanno sommati gli altri tipi di traumi che provocano rotture delle articolazioni.

“Per Bologna a livello metropolitano si prevedono, nel 2033, quasi 300.000 anziani residenti, con un incremento assoluto rispetto ad oggi, di circa 50.000 persone (quasi il 20% in più)”, scrivono le statistiche del Comune di Bologna. E circa 50.000 di questi avranno più di 80 anni. Una popolazione particolarmente soggetta a traumi ossei come la frattura del collo del femore.

Del caso abbiamo parlato con qualche medico locale che preferisce l’anonimato. Ci hanno rivelato che dietro il concorso vi sarebbero vere e proprie grandi manovre nel settore sanitario emiliano in attesa delle elezioni regionali. “Il reparto di Ortopedia del Sant’Orsola dovrebbe virare sulle patologie ostoinfettive e tumorali”, spiegano. Cioè il reparto oltre a concentrarsi sulle malattie tumorali dell’osso, settore di esperienza di De Paolis, si focalizzerà anche sul settore infettivo. Ambito dove è di sicuro una guida a Bologna il dottor Pierluigi Viale, primario delle malattie infettive del Sant’Orsola e asceso alle cronache locali quando ha preso parte, in favore dell’assessore alla sanità dell’Emilia Romagna Sergio Venturi, della giunta Pd di Bonaccini, nella querelle sui vaccini contro il presidente dell’Ordine dei medici bolognese Giancarlo Pizza.

Per i medici locali la scelta del concorso resta un mistero anche perché in città, proprio al Rizzoli, c’è già un centro tumori per le ossa. Che senso ha farne un’altro a pochi chilometri? Sapendo anche che nelle città vicine, Padova, Firenze e Pisa, troviamo altri centri identici dedicati alla chirurgia tumorale degli arti, e tutti con primari provenienti dal Rizzoli? La risposta potrebbe essere negli equilibri di potere nel settore sanitario che si stanno disegnando a ridosso delle elezioni regionali. Ed i medici non cessano di consegnare rivelazioni: “Pierluigi Viale viene dato come prossimo candidato al rettorato dell’Università di Bologna”, raccontano, “visto che l’attuale rettore Francesco Ubertini non ha buone considerazioni presso l’apparato locale”.

Sarà. Se qualunque esperto del settore è pronto a puntare ad occhi chiusi sulla vittoria di De Paolis resta il dubbio sul senso del concorso. Nessuno pubblicamente fiata visto che le disposizioni della pubblica amministrazione nel settore sanitario sono particolarmente repressive. La Corte dei Conti condanna al danno d’immagine chi con le proprie dichiarazioni può “aver in qualche modo ingenerato disaffezione dei cittadini verso l’azienda pubblica”.

Chissà se l’evidenza del caso non possa cambiare un quadro che ai più appare del tutto definitivo.

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