Meloni a Basovizza: così gli italiani morivano nelle foibe

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Cerimonia solenne a Basovizza nel Giorno del Ricordo in cui vengono ricordate le migliaia di italiani infoibati e i profughi giuliani, dalmati e fiumani che furono costretti a lasciare le loro case dopo la firma del Trattato di Parigi. Qui l’arcivescovo di Trieste ha officiato una messa solenne cui hanno preso parte il vicepremier Matteo Salvini, il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, il presidente del Fvg Massimiliano Fedriga.

A Basovizza c’era anche Giorgia Meloni, accolta con affetto dalle numerose persone presenti, consapevoli che il Giorno del Ricordo mai sarebbe stato istituito senza la costante e assidua battaglia della destra politica per togliere il velo della censura alla tragedia delle foibe. In particolare le hanno gridato: “Bentornata”, a sottolineare il fatto che la sua presenza a Basovizza nel Giorno del Ricordo è stata negli anni una costante.

La leader di FdI aveva nei giorni scorsi annunciato che in occasione della commemorazione dei martiri delle foibe sarebbe stata depositata in Parlamento una pdl per revocare al maresciallo Tito la medaglia conferitagli quale “Cavaliere di gran croce decorato di gran cordone”. Meloni in una diretta Facebook da Basovizza ha spiegato in che modo atroce venivano uccisi gli italiani nelle foibe: “Sparavano al primo della fila, che poi si trascinava dietro gli altri cui era legato, per non sprecare proiettili. Non morivano subito ma dopo ore, giorni di agonia… Nelle foibe morivano italiani, non i fascisti. E questa storia per 60 anni non è stata raccontata perché dava fastidio alla sinistra…”.  www.secoloditalia.it

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