Sullâintervento del 2011 in Libia contro Gheddafi decise il governo allora in carica, guidato da Silvio Berlusconi, nel quadro di una âforte dimensione internazionaleâ e non certo in un confronto a due tra italiani e francesi. Lo afferma in unâintervista a âRepubblicaâ, il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, che respinge la visione âridicolmente distortaâ sostenuta da esponenti del centrodestra e del M5S secondo cui sarebbe stato lui a scegliere di appoggiare la missione militare francese, decisa da Nicolas Sarkozy.
Nel colloquio con âRepubblicaâ, lâallora Capo dello Stato ricostruisce minuziosamente la vicenda: âIl protagonista dellâintervento in Libia fu fondamentalmente lâOnu. Non ci fu una decisione italiana a se stante. Câera stato dapprima un intervento unilaterale francese con lâappoggio inglese. Non interessa ora indagare sui motivi che spinsero Sarkozy a iniziare in tal modo lâattacco alla Libia di Gheddafi. Quella iniziativa intempestiva e anomala fu superata da altri sviluppiâ, afferma Napolitano, ovvero le due risoluzioni approvate dallâOnu.
Il presidente emerito ricorda come âla consultazione informale di emergenza si tenne in coincidenza con la celebrazione al Teatro dellâOpera dei 150 anni dellâUnitĂ dâItalia. A quella consultazione io fui correttamente associato. Il presidente della Repubblica è presidente del Consiglio supremo di Difesa, e in posizione di autoritĂ costituzionale verso le forze armate, aveva titolo per esprimersi su una questione cosĂŹ importante. Ma quella sera la discussione fu aperta dallâallora consigliere diplomatico di Palazzo Chigi, Bruno Archi, che era in contatto diretto con New York mentre veniva varata la seconda risoluzione delle Nazioni Unite che autorizzò e sollecitò un intervento armato ai sensi del capitolo settimo della Carta dellâOnu in considerazione del fatto che i precedenti appelli al governo libico non erano stati raccolti. Dal quadro complessivo rappresentato dal consigliere diplomatico di Palazzo Chigi emergeva lâimpossibilitĂ per lâItalia di non fare propria la scelta dellâOnuâ. ASKANEWS
LA REALTA’
Libia, Berlusconi: “subii le decisioni di Napolitano contro Gheddafi”
Quando la risoluzione ONU autorizzò lâuso della forza contro le truppe Gheddafi, la notizia arrivò in Italia a tarda sera, mentre tutto il nostro governo, compresi Berlusconi e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano erano al Teatro dellâOpera di Roma per assistere al Nabucco di Giuseppe Verdi, nellâambito dei festeggiamenti per i 150 anni dellâUnitĂ dâItalia.
Terminata lâopera, Berlusconi e Napolitano si incontrarono in una saletta con il ministro della Difesa Ignazio La Russa e con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Si parlò di una conversazione molto concitata nella quale il premier si opponeva allâappoggio per le forze aree della coalizione impegnate nelle azioni in Libia invocando quel Trattato di amicizia italo-libica che prevede, fra i suoi articoli, il divieto di concedere o usare le basi italiane per azioni ostili verso Tripoli.
Come Berlusconi fu costretto ad accettare non si sa, ma possiamo immaginarlo. Siamo sempre stati solo una colonia e Gheddafi non è stato certamente il primo ad essere tradito.
Daniela SantanchĂŠ: “Io c’ero quella sera. Napolitano ha voluto la guerra in Libia”

