Boldrini nega il patrocinio alla convention europea contro l’utero in affitto

La Boldrini non si smentisce. Il suo presunto femminismo si ferma quando si scontra contro i diktat delle lobby

Non c’è tema vagamente sociale sul quale la presidente della Camera non abbia messo becco. Dall’immigrazione alle unioni civili, passando per la grammatica italiana a suo uso e consumo, fino ai monumenti e cimeli del fascismo da cancellare per sempre. E in cima alla lista di Laura Boldrini non può che esserci la sua costante e perniciosa battaglia femminista declinata in ogni settore della società italiana. Finché non si toccano amici e padrini politici.

L’imbarazzo deve essere stato fortissimo quando sulla scrivania della presidenta è arrivata la richiesta dell’associazione femminista “Se non ora quando – Libere” di patrocinare e presenziare alla convention europea contro la maternità surrogata. Si tratta della pratica di affittare l’utero per offrire un figlio a chi non può averlo o a una coppia omosessuale. Un tema spinoso per la Boldrini. Oltre ai più famosi Elton John e Cristiano Ronaldo, tra i casi che hanno fatto discutere e indignare le femministe italiane c’è stato quello dell’ex governatore della Puglia, Nichi Vendola, che da poco è diventato genitore con l’arrivo del piccolo Tobia da una clinica americana.

Chi si aspettava l’ennesimo sermone della presidenta dovrà rimanere deluso, o magari sollevato. All’improvviso l’ufficio di presidenza della Camera scopre che esistono questioni in cui non ci si può intromettere, e quindi ha negato la richiesta di patrocinio alla convention – che comunque si svolgerà a Montecitorio – e negato la presenza della Boldrini: “Perché – si legge in una nota – su temi sensibili non si appoggiano iniziative dove c’è la scelta netta di una parte”. Del femminismo a intermittenza della Boldrini, le donne europee dovranno farsene una ragione: contro l’utero in affitto, Laura, non si schiera.

liberoquotidiano.it

SOSTIENI IMOLAOGGI
il sito di informazione libera diretto da Armando Manocchia

IBAN: IT59R0538721000000003468037 BIC BPMOIT22XXX
Postepay 5333 1711 3273 2534
Codice Fiscale: MNCRND56A30F717K