La beffa del “bonus mamma”: annunciato ma per ora non esiste

Il bonus “mamma domani”, il contributo una tantum di 800 euro che nei proclami del governo Renzi sarebbe dovuto andare alle future mamme, ancora non c’è. L’intento, quello di sostenere la natalità, è stato confermato anche da Gentiloni, ma non nei fatti. Per accedere al contributo, stando a quanto pubblicato dall’Inps, si dovevano rispettare un certo numero di condizioni. Dopo che il 27 febbraio l’Istituto previdenziale ha rilasciato le informazioni sui requisiti generali indispensabili qualcosa sembra però essersi inceppato. Ad oggi non sono ancora state rese note le modalità per presentare la domanda.

Doveva sostenere le famiglie prima della nascita del figlio

“Non so quando usciranno le modalità – spiega un funzionario Inps di uno sportello di Roma ad una giornalista di Repubblica – è la terza persona a cui dico la stessa cosa oggi. Avevamo chiesto di poter accettare intanto le domande cartacee, ma ci hanno detto di no”. Il diritto al bonus, ci tengono a spiegare gli impiegati con evidente imbarazzo, non decade. Certo, lo scopo del bonus, che avrebbe dovuto sostenere le famiglie prima della nascita del figlio, sembra esser stato mancato, ma visto il nome scelto dal Governo per questo contributo, “mamma domani”, dei problemi di questo tipo erano immaginabili.

L’Inps: “Non è possibile presentare le domande”

“Quando usciranno le modalità – fa sapere un operatore del call center Inps – verranno presentate tantissime domande e quindi serviranno dai trenta ai sessanta giorni per erogare il pagamento”. E nel mentre le famiglie si arrangino. “Lei è all’ottavo mese di gravidanza? – chiede l’operatore -. Faccia conto che il bonus non ci sia. Per la carrozzina se può attendere bene, se no quando poi riceverà il contributo, restituirà i soldi a chi glieli ha prestati, non ne ho idea”. A fine febbraio sul portale Web dell’Istituto di previdenza è stata pubblicata la prima circolare che definiva i requisiti per accedere al bonus “mamma domani”. Si deve essere cittadine italiane, comunitarie o extracomunitarie con permesso di soggiorno e residenti nel nostro Paese. Per ottenere l’assegno non è stata previsto un reddito massimo. A differenza del bonus bebè, legato all’Isee, questo potranno percepirlo tutti.

Serve del tempo, non meno di 3 mesi

Dall’Inps spiegano ora che sono necessari dei tempi tecnici, almeno 3 mesi, ma questo evidenziano gli stessi impiegati dell’istituto previdenziale, era noto fin dall’inizio. Il governo avrebbe stanziato fondi per un importo complessivo di 600 milioni di euro per il 2017, che dovrebbero garantire il bonus di 800 euro a 750 mila famiglie.

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