Dittatura dello stato etico in 5 scuole di Bologna, proteste dei genitori

Bologna, 5 marzo 2017 – Per la merenda spezza-digiuno di metà mattina, portata da casa, alle materne-elementari Manzolini, elementari XXI Aprile, Bombicci e Armandi Avogli, e alla media Guinizelli (tutte Ic 8) – scrive il Resto del Carlino – possono entrare solo frutta fresca o secca; o verdure cotte o crude. Divieto di accesso a merendine confezionate, pizze e panini farciti. Giudizio sospeso, in attesa cioè di parere della pediatria di comunità dell’Ausl, “che richiederemo prima possibile”, per cracker e yogurt.

A emanare il nuovo regolamento sulla merenda – che interessa circa 1.500 bambini – è il Consiglio di istituto del comprensivo, dopo un lavoro durato un anno. Ed è subito polemica, anche perché chi ha tentato di far entrare alimenti ‘illegali’ è stato fermamente redarguito dagli insegnanti e rispedito a casa con la merenda intatta.

“Niente merendine? Ma no, ci sono anche quelle di frutta”. Con una battuta, Stefano Mari, preside del Comprensivo 8, cerca di disinnescare la mina del vespaio che, era inevitabile, questo provvedimento sta scatenando. “Decisione alquanto discutibile – accusa un genitore –. Immaginate i disagi per bambini e genitori e le lamentele che si sono verificate. Purtroppo il preside sembra irremovibile”.

La partenza, più di un anno fa, quando il Comune “propose una sperimentazione alla Armandi Avogli: sostituire il latte di metà mattina con frutta o verdura”. Allora, l’elementare di via Saragozza disse no; ma il dado era tratto. Dapprima il Collegio dei docenti ha fissato i principi generali; quindi il Consiglio è entrato nel merito, definendo cosa poteva essere consumato in classe.

Di pari passo sono state anche varate disposizioni sulle contaminazioni di cibo in classi con bambini che soffrono di intolleranze. “La dieta dei bambini – spiega Mari – è molto organizzata. Il Comune sostiene che il bicchiere di latte, come spezza-digiuno, è sufficiente per coprire il 5% dell’apporto calorico giornaliero. In virtù di questo non prevede null’altro a metà mattina”.

Anche perché le ‘modalità d’uso’ prevedono: colazione abbondante e il latte, appunto, a metà mattina. “Così i bambini arrivano all’ora del pasto con appetito”, evidenzia Mari. Alle quattro, la merenda, fornita anch’essa da Ribò come il pasto. È evidente che “i carboidrati del panino super farcito o della pizza (talvolta i bambini arrivano digiuni la mattina e super affamati verso le 10, ndr) creano un eccesso calorico”.

Di qui a parlare di obesità infantile o di ragazzini a rischio di obesità il passo è più breve. “È un grosso problema cui si sta cercando in ogni modo di dare risposte e soprattutto di prevenire”.

Altri punti in meno per le merendine confezionate o i panini. Oltre alla dimensione dietologico-nutrizionale, c’è anche quella sociale, che mira a un certo egualitarismo. “Durante la merenda – osserva il preside –, abbiamo bambini con merendine senza marca, da discount e altri con panini o focacce super lussuosi“.

Tema delicato al pari del ‘io a mio figlio do ciò che voglio’. “Ma la libertà individuale non può prevaricare la salute pubblica”, chiosa Mari. Ultimo, ma non meno importante, la lotta allo spreco alimentare intrapresa da Comune e da Ribò e sposata in toto dal comprensivo. “È evidente che se i bambini a metà mattina mangiano alimenti ‘pesanti’, all’ora del pasto non hanno fame e, invece, di riempire il piatto, riempiamo i sacchi della spazzatura”.

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