Basta un si? Ma anche NO!

 

Partendo dal presupposto che la Rifurbaforma è stata prodotta da un parlamento non solo eletto con una legge elettorale (Porcellum) dichiarata incostituzionale, ma che ha anche stuprato la Costituzione, rieleggendo in maniera del tutto arbitraria ed illegittima un Presidente della Repubblica per la seconda volta, stravolgendo il significato dell’assenza di articoli che ne autorizzassero la rinomina, non è nemmeno frutto della volontà autonoma del parlamento visto che, in buona sostanza, (a prescindere dalla dettatura JP Morgan e P2 – sic!) è stata scritta solo dal governo a botte di “fiducia” che, a mio avviso, resta il più laido e antidemocratico degli espedienti politici, smontiamo in poche righe le ragioni del Basta un si (L’importante infatti è: Basta ‘un si ripigli ‘n culo).

Boschi Renzi

Comincerei dal punto focale ovvero il finto superamento del bicameralismo paritario evidenziando,
innanzitutto, come la stabilità di un sistema parlamentare NON sia mai stata direttamente conseguenza del bicameralismo perfetto ma, semmai, dalla coesione e dalla volontà politica delle maggioranze. Inoltre, aggiungo che, non è il numero di governi che crea la stabilità politica infatti ci sono stati sì 63 governi in 70 anni, ma solo 27 Presidenti del Consiglio (per chi se li è dimenticati 40 anni di DC, che non era Comics, sono lì a rappresentare quanto asserito.
NB: anche lo stesso Leopolduce è al Governo nominato dallo stesso soggetto e sostenuto dalla stessa maggioranza che sosteneva barzelLetta, mandato a casa per ragioni politiche dal suo stesso partito. È per questa ragione che il matteopoldo ha sfasciato detto partito e se ne è creato uno suo all’interno, onde evitare la stessa fine).

Tornando a bomba (ma anche a quel che vuole regalarvi il Bomba), se passasse il SI la fiducia al Governo spetterà solamente alla Camera dei deputati, la quale eserciterà in via esclusiva anche la funzione di indirizzo politico, il controllo dell’operato del Governo, la deliberazione dello stato di guerra, l’adozione dei provvedimenti di amnistia e indulto, oltre che (nella maggior parte dei casi) la funzione legislativa.

Al Senato, invece, sarà attribuita la rappresentanza delle istituzioni territoriali, nonché una pluralità di funzioni, tra cui: l’esercizio della funzione legislativa ordinaria (in taluni casi) e costituzionale (sempre), in concorso con la Camera dei Deputati; il raccordo tra lo Stato, gli altri enti territoriali e l’Unione europea; l’espressione di pareri sulle nomine di competenza del Governo; la verifica dell’attuazione delle leggi dello Stato; l’elezione di due giudici della Corte costituzionale. Più due new entries su cui però non si possono prevedere le modalità di esercizio e la concreta incidenza, in quanto totalmente inedite: la valutazione delle politiche pubbliche e dell’attività delle pubbliche amministrazioni; la verifica dell’impatto delle politiche dell’Unione europea sui territori.

Dalla lettura del nuovo art.70 riformato (che passa da 9 a 432 parole, alla faccia della semplificazione) e dai successivi 71 e 72, si evince che non solo il bicameralismo perfetto rimarrà quindi comunque in vigore per molte leggi, con il concreto rischio di conflittualità tra le Camere sull’iter da intraprendere, data anche l’incerta distinzione per materie (Resteranno bicamerali diverse leggi ordinarie tipo quelle sulle minoranze linguistiche, i referendum popolari – ari sic!- la legislazione elettorale, gli organi di governo e le funzioni fondamentali dei Comuni e delle Città metropolitane e le disposizioni di principio sulle forme associative dei Comuni, leggi ex-Province che cambiano nome, la partecipazione alla formazione e all’attuazione di norme Ue, ordinamento di Roma; il regionalismo differenziato, partecipazione delle Regioni speciali alla formazione e all’attuazione di norme Ue, le intese internazionali delle Regioni; il patrimonio enti territoriali; i poteri sostitutivi dello Stato nei confronti degli enti territoriali; i principi della legge elettorale delle Regioni ordinarie, passaggio di un comune da una Regione all’altra) e le leggi di revisione costituzionale e le altre leggi costituzionali (E qui, appunto, si raggiunge l’apoteosi della cialtroneria! È infatti incomprensibile, oltre che illegittimo, come un organo non diretta espressione della volontà del popolo – a cui appartiene la sovranità – possa prendere parte alla revisione della “legge fondamentale” della Repubblica, oltretutto anche in materie non di interesse regionale/locale!!!).

Oltretutto la soluzione dei conflitti di cui sopra se, in prima battuta, spetterà ai Presidenti delle due assemblee, in caso di divergenza tra i due (che ovviamente il matteopldo non calcola, contando di avere proprie milizie in maggioranza sia lì che là), sarà la Corte costituzionale a dover decidere, visto che non ha abbastanza lavoro proprio grazie alla costante produzione in Parlamento di leggi da parte di legislatori dilettanti o in malafede (o entrambe le cose).
In definitiva comunque l’attuale rifurbaforma costituzionale moltiplicherà i procedimenti legislativi da uno a dieci.

Cretinetti e compagnia cantante giustificano poi la rifurbaforma con la scusa che servirà per avere leggi in tempi più rapidi. Altra puttanata da competizione, infatti i dati al 30 giugno 2016 in merito a quantità di leggi prodotte e alla velocità di promulgazione delle stesse dicono questo:
– 224 leggi approvate
– 80,3% con una sola lettura
– Tempo medio di una legge: 5,3 giorni.
Il problema di efficienza dell’Italia non è quindi assolutamente connesso alla quantità delle leggi, bensì alla loro qualità e la velocità con cui le leggi vengono approvate è SOLO espressione della reale volontà politica della maggioranza.
– Manovra correttiva Governo Monti 2011: 8 giorni
– Salva-Italia (sic) Monti-Fornero: 16 giorni
– Lodo Alfano nel 2008: 25 giorni.
NB: cartina di Tornasole lo stesso Speedy Matteopoldo che ha impiegato per far entrare in vigore la legge del marzo 2015 che aboliva il notaio per le startup la bellezza di 11 mesi 11!
Non è quindi il sistema bicamerale che fa rallentare è la testa e la volontà di chi Governa!
Quindi si può parlare di tutto, anche sotto questo aspetto, fuorché di “semplificazione” e “velocizzazione” dell’iter.

Proseguendo poi nell’osservazione dell’assetto complessivo della nuova formazione di CAMERA e senato, si può facilmente rilevare come la rifurbaforma crei, di fatto, un obrobrio politico assolutamente a-democratico con un Senato dotato di attribuzioni varie, disomogenee ma, soprattutto, irrazionali rispetto alla funzione di rappresentanza delle istituzioni territoriali, visto che dopo la rifurbaforma quest’ultimo si ripresenterebbe come un organo assolutamente ed insensatamente indebolito, ridotto numericamente, svalutato nella sua composizione (si pensi alle funzioni senatoriali svolte “part time” da consiglieri regionali e sindaci), spogliato di molte attribuzioni ma, illogicamente (e illegittimamente), ancora titolare di importanti funzioni rappresentative, seppur privo di legittimazione popolare. Difficilmente quindi sarebbe in grado di esercitare un serio ed efficace contrappeso nei confronti del potere esecutivo incarnato dal Governo e da qui il crollo delle Garanzie democratiche.
A questo si aggiungerebbe la ulteriore “A-democraticità” della rappresentazione locale (addirittura con regioni con più rappresentanti di altre) che di fatto avvantaggerà la volontà del Governo su argomenti delicati come discariche, termovalorizzatori e quant’altro decida di destinare ad una Regione piuttosto che a un’altra. Difatti chiunque si vedrà “titolarizzato” di qualcosa, fossero anche discariche di scorie radioattive pakistane, si troverà 1 contro tutti al momento del voto.

Passando poi alla cosiddetta riduzione dei costi della politica sbandierata dai Leopoldari, basti ragionare con il cervello al minimo, ovvero:
se si vogliono ridurre i costi della politica (950 persone che guadagnano ca 80.000 euro l’anno) non abolisci un Organo di Garanzia quale è il Senato e ti ci nascondi dietro dicendo che così facendo tagli 54 milioni all’anno, ma si dimezzano detti emolumenti a tutti i Parlamentari in maniera democratica.

Da qui un risparmio netto di già 38.000.000 di euro, ai quali sarebbe bastato aggiungere i 110 milioni circa derivati dal dimezzamento delle pensioni d’oro degli ex parlamentari (ovvero quelli che hanno portato il Paese a questa situazione!!!), ed ecco che avremmo avuto un risparmio netto ed immediato della bellezza di quasi 150 milioni l’anno, ovvero il triplo di quello che Cretinetti fa passare come un risparmio, quando lo è solo di democrazia e garanzie.

In merito poi alla strombazzata maggiore partecipazione dei cittadini credo si sia ai limiti dell’abuso della credulità popolare e oltre il falso ideologico visto che asserire che per i disegni di legge di iniziativa popolare (che significa presentate dai cittadini) invece che 50.000 firme ce ne vorranno 150.000 e, contemporaneamente, cercare appunto di convincere gli stessi cittadini che ciò gli dà più potere va davvero anche oltre l’immaginazione del mago do Nascimiento.

Oltretutto, non bastasse quanto sopra, si sottolinea come già sbandierato da ogni dove, insieme alla nuova legge elettorale (Italicum) già approvata, la rifurbaforma espropria la sovranità al popolo e la consegna a una minoranza parlamentare che solo grazie al premio di maggioranza si impossessa di tutti i poteri. Ma non solo, con il nuovo articolo 117 del Titolo V l’Italia cede al parlamento Europeo, dopo quella monetaria, anche la sovranità politica e legittima Trattati che altrimenti andrebbero stracciati.

Infine, per capire il perché della rifurbaforma e cosa sta succedendo al nostro Paese grazie al Leopolduce e a quanto chiedono JP Morgan & Friends, basti una sbirciata all’articolo 31 che introduce sostanziali modifiche all’art 117 del titolo V della Costituzione (per capirci, quello dove vengono normati i rapporti tra Stato e amministrazioni locali (fino ad oggi: Regioni, Province e Comuni) e che, proprio nell’incipit, recita così:
La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea e dagli obblighi internazionali.

Di questo passo si potrebbe andare avanti per pagine e pagine, poiché la modifica è addirittura di 47 articoli su 139 (un terzo!!!) e già questo credo la dica lunga su quello che ci chiedono di approvare i criminali filospeculazione al Governo ovvero NON una semplice riforma costituzionale ma più propriamente, anche se evidentemente impropriamente ed illegittimamente come spiegato all’iniizio, una vera e propria SOSTITUZIONE INCOSTITUZIONALE.

VOTA NO per avere ancora un’alternativa.

Stefano Davidson

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