Weidmann fa capire chiaramente che in UE comanda la Germania

 

Weidmann-merkel

“L’unione monetaria è a un bivio: o si cede più sovranità a Bruxelles o si accettano le procedure di default“. Questo il titolo dell’intervista del Corriere dalla Sera a Jens Weidmann, il presidente della Bundesbank, il super-falco tedesco, il “braccio armato” di Angela Merkel. “Mister Merkel”, appunto. Un titolo che ne sintetizza perfettamente il pensiero, la cui traduzione è altrettanto semplice: comanda la Germania, e se volete pagare un prezzo più basso (in situazioni che porterebbero a un bail-in bancario), la Germania dovrà comandare ancora di più.

Si parla delle banche italiani, della crisi dell’Unione e, ovviamente, di Mps. Si ricorda a Weidmann che il governo tedesco salvò le banche senza colpire i creditori, e lui ribatte: “Allora eravamo in una crisi finanziaria globale e non c’erano ancora le attuali regole europee. Queste norme sono una delle lezioni centrali tratte dalla crisi: dovrebbero contribuire a far sì che gli investitori e le banche valutino meglio i rischi che si assumono”. Dunque, quando gli si ricorda che imporre perdite ai creditori può diventare un problema politico per i governi, il governatore risponde un po’ beffardo: “Può essere. Ma dovremmo per questo derogare a regole piene di buon senso che ci siamo dati insieme? Il governo italiano può sostenere i singoli cittadini, se lo ritiene necessario”.

Il super-falco, dunque, ribadisce: “Abbiamo concordato delle regole e la Bundesbank si impegna perché vengano rispettate. Un coinvolgimento credibile dei creditori è davvero necessario“. Dopo la Brexit, gli si ricorda, ci sono state proposte di approfondire l’unione monetaria, mentre in Germania si predilige una pausa. “È un dibattito che ha poco a che fare con la Brexit – riprende -, ma credo che siamo arrivati a un bivio. Possiamo stabilire un legame ancora più stretto tra noi, per esempio con un bilancio comune. Ma in questo caso – e questo è il cuore del suo pensiero – dovremmo anche trasferire la sovranità a livello europeo. È una disponibilità che non vedo, né in Germania, né in Italia”. LIBERO

 

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