La troika attacca la Grecia ma il governo rifiuta nuova austerity

 

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BRUXELLES – Con l’avvicinarsi delle prime scadenze sul debito, la situazione in Grecia torna a scaldarsi. Gli aiuti sono ancora bloccati perché Governo e istituzioni internazionali (Ue, Fmi, Bce ed Esm) non hanno ancora trovato un accordo sulle misure da attuare. Gli Spring meeting del Fmi a Washington avrebbero dovuto accelerare un processo che ormai si trascina da cinque mesi, e invece i progressi non sono stati sufficienti a risolvere l’impasse. A complicare la situazione ci sarebbe il ‘piano B’ dei creditori, allarmati dal fatto che Atene, in ritardo sulle riforme, non raggiunga gli obiettivi di bilancio: sarebbero pronti a chiederle nuovi sforzi per tre miliardi di euro, che il Governo ellenico ha già escluso.

La Grecia ha finora visto una sola tranche del terzo pacchetto di aiuti, varato lo scorso agosto. La seconda era attesa per fine 2015, dopo che le istituzioni avessero completato la ‘prima revisione’ del programma, ovvero quel processo in cui valutano se le riforme fatte rispettano la scaletta dettata dal Memorandum. Ma la revisione è stata rinviata di mese in mese, e non è ancora completata, perché le misure non sono sufficienti. Come quella delle pensioni.

Intanto, i ritardi nelle riforme e la congiuntura economica hanno riportato il Paese in recessione. Una condizione che renderà difficile raggiungere gli obiettivi di bilancio prefissati (3,5% di avanzo nel medio periodo) e che i creditori non sono disposti a rivedere. E’ per questo che le istituzioni hanno intenzione di vincolare il Governo a un ‘piano B’, che prevede nuove misure di austerity per 3 miliardi, oltre ai 5,2 miliardi di tagli e tasse già pattuiti. Ma il Governo chiude a una simile ipotesi, confermando che farà “niente più, niente meno” di quello che c’è scritto nel Memorandum di agosto.

Ma la frizione non è solo tra Atene e creditori. Anche il Fmi continua ad avere un atteggiamento di scontro con gli altri creditori. Il Fondo non è ancora entrato nel terzo salvataggio, perché non è convinto che funzionerà. In particolare, ritiene necessario sia un intervento di alleggerimento del debito sia uno sforzo di bilancio in più. E finché non li vede, si tiene lontano, preoccupando l’Ue che conta sulla sua partecipazione. Se il Fmi si sfilasse, l’Europa dovrebbe aumentare gli aiuti.

Atene si attende un accordo tecnico con i creditori prima del prossimo Eurogruppo di venerdì, sulla base delle proposte del Paese, ha fatto sapere il portavoce del Governo, Olga Gerovasili. I capi missione delle istituzioni sono tornati oggi nella capitale, per tentare la nuova corsa contro il tempo. Luglio, con le prime scadenze sul debito, si avvicina. ANSA

 

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