Vigili del Fuoco precari-discontinui, interrogazione alla Camera

 

Considerato che la prima Commissione, per mano del Presidente Di Celso in primis, fatica a calendarizzare la mia mozione sulla salvaguardia di migliaia di lavoratori “discontinui” del corpo dei Vigili del Fuoco, cerco di agevolare loro il percorso presentando una urgente interrogazione che tenda a far emergere le storture che sono, di fatto, evidenti.
Non esistono lavoratori volontari quando questi hanno una busta paga ed un codice Inps.
Queste persone, che per anni hanno servito lo Stato, sono nel pieno diritto di essere stabilizzati anche perché pare che gli stessi “effettivi” ne chiedano l’assunzione in quanto oberati di lavoro.
L’interrogazione poi ricorda una sentenza del Consiglio di Stato che rafforza, qualora ce ne fosse ancora bisogno, la loro legittimità nell’ottenere la stabilizzazione.

vigili-fuoco
A seguire il testo:

CAMERA DEI DEPUTATI
Interrogazione in commissione
8 aprile 2016
V. Pres. RIZZETTO
Ai Ministri dell’Interno e della Giustizia
– per sapere –
premesso che

i precari vigili del fuoco sono parte del personale operativo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e prestano, indiscussa e professionale, attività lavorativa tanto da essere considerati figura strategica del comparto per un efficace servizio di soccorso pubblico. Si tratta di personale sempre in prima linea, che per le attività che è tenuto a svolgere, mette spesso a rischio la propria incolumità;
eppure, non è ancora stata riconosciuta la giusta dignità a tale categoria, poiché, nel tempo, è stata disattesa ogni iniziativa, anche normativa, di suo inquadramento e stabilizzazione dopo anni di valoroso servizio; a riguardo, sono intervenute anche sentenze della giustizia amministrativa che, tuttavia, non hanno condotto ad una risoluzione della questione ma contribuito a mantenere uno stato di assoluta incertezza;
un iniziale provvedimento per la stabilizzazione del personale volontario del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco è intervenuto con il DM n. 3747 del 27.08.2007, con il quale il Ministero dell’Interno ha indetto una procedura selettiva e i relativi criteri per parteciparvi; il bando è stato rivolto al personale volontario del corpo nazionale dei vigili del fuoco iscritto negli appositi elenchi, di cui all’art. 6 del decreto legislativo 8 Marzo 2006 n.139, da almeno tre anni e con non meno di 120 giorni di servizio;
solo dopo la scadenza delle domande di ammissione al bando, è poi intervenuto l’art. 3, comma 91, della legge n. 244/2007 (la legge finanziaria 2008), che ha stabilito l’applicazione allo stesso del limite massimo del quinquennio previsto dal comma 519 dell’art. 1 della legge 27.12.2006 n. 296, vincolando la possibilità di accesso alle forme di stabilizzazione del personale precario del corpo dei vigili del fuoco alla sussistenza nel predetto quinquennio del requisito “dell’effettuazione di non meno di 120 giorni di servizio”. Pertanto, il sopravvenuto requisito ha comportato l’esclusione dalla procedura selettiva di un notevole numero di volontari del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco;
tali esclusioni dalla procedura selettiva, che avrebbe dato la possibilità di accedere alla tanto attesa stabilizzazione, ha determinato una serie di ricorsi al TAR del Lazio e ai TAR del territorio Nazionale; successivamente, anche il Consiglio di Stato è stato chiamato a decidere sulla richiesta di all’annullamento delle esclusioni, a seguito di numerosi appelli contro il rigetto dei ricorsi proposti in primo grado;
il Consiglio di Stato nell’adunanza plenaria del 02/02/2011, con sentenza del 24/05/2011, ha deciso di rigettare tutti i ricorsi proposti, sostenendo che quanto eccepito in ordine alle esclusioni dalla procedura selettiva di stabilizzazione, erano in pratica “lagnanze” infondate e, quindi, ha riconosciuto le ragioni dello Stato;
invece, una successiva sentenza emessa dal Consiglio di Stato, n. 4573/15 del 20/09/2015, ha riconosciuto le ragioni dei ricorrenti, ribaltando nettamente la predetta pronuncia e dichiarando l’annullamento della loro illegittima esclusione dalle procedure selettive per la stabilizzazione; il Collegio ha dunque valutato la questione sulle medesime eccezioni fatte valere in precedenza dai precari vigili del fuoco e rigettate dal Consiglio di Stato in seduta plenaria;
va da sé, che l’ingiustizia di tale vicenda dà luogo ad un’evidente violazione dei fondamentali principi di uguaglianza e certezza del diritto, che rende ancora più insostenibile la situazione dei precari vigili del fuoco, che da tempo attendono provvedimenti di salvaguardia della loro categoria, che consentano la loro stabilizzazione-:
quali siano gli orientamenti dei ministri sui fatti esposti in premessa, per quanto di loro competenza;
se e quali iniziative intendano intraprendere, per quanto di loro competenza, affinché non si verifichino vicende come quella descritta in premessa, con violazione dei principi di uguaglianza e certezza del diritto, intervenendo affinché venga tutelata la categoria in questione e siano, dunque, stabilizzati tali lavoratori.

Walter Rizzetto

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