Pediatria, ginecologia, ortopedia e malattie infettive: 9 milioni di euro, 165 posti letto. La Cooperazione Italiana opera da oltre due decenni per il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione gibutina, con particolare riguardo al settore sanitario. E l’ultimo progetto realizzato nella capitale dell’ex colonia francese dimostra che l’impegno va avanti nel Paese che ha una consolidata tradizione islamica.
È stato, infatti, inaugurato nei giorni scorsi a Gibuti il nuovo ospedale di Balbalà finanziato dalla Cooperazione italiana per un totale a dono di 9 milioni di euro.
All’inaugurazione – come fa sapere l’Ambasciata d’Italia ad Addis Abeba – hanno partecipato il Ministro Gibutino della Sanità Kassim Issack Osman, accompagnato da numerosi membri del Governo gibutino, dall’Ambasciatore Giuseppe Mistretta, dalla responsabile dell’Agenzia italiana di Cooperazione di Addis Abeba Ginevra Letizia e l’Architetto Renato Proietti, esperto in missione della Cooperazione, che ha assicurato il monitoraggio e la supervisione dei lavori negli ultimi due anni, con risultati eccellenti che hanno consentito la finalizzazione del progetto
Alla fine degli anni ’80 la Cooperazione ha concesso 13 milioni di euro a dono a favore dell’ospedale materno infantile di Balbalà. Alla luce di problemi gestionali ed economici della controparte, la Cooperazione nel 2005 ha approvato un’altra iniziativa dalla durata di tre anni da 1,8 milioni di euro per continuare a sostenere la struttura ospedaliera. Inoltre, per far fronte al degrado subito dall’ospedale già nel 2004 erano stati allocati 9,2 milioni di euro per la ristrutturazione e l’ampliamento resosi indispensabile dato il continuo aumento delle utenze. E il sostegno è continuato negli anni con 556mila euro distribuiti tra il 2009 e il 2011.
Forti sono i legami con gli Stati Uniti, che a Gibuti hanno l’unica base militare Usa nell’Africa subsahariana
L’Italia canalizza circa la metà (il 46%) del proprio Aiuto Pubblico allo Sviluppo (Aps) attraverso l’Unione Europea: è il terzo contribuente netto al bilancio dell’Unione in materia di sviluppo, e il quarto contribuente al Fondo Europeo di Sviluppo (Fes), per un ammontare complessivo annuo intorno a 1,4 miliardi di euro.