Roma: ignoti distruggono gli appartamenti che dovevano ospitare i migranti

 

MARINO (ROMA) – Ignoti hanno devastato gli appartamenti che avrebbero dovuto ospitare 78 richiedenti asilo in via Carlo Colizza, in località Paolina, vicino Roma.

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RomaToday ha raccolto le testimonianze dei residenti delle palazzine individuate per l’accoglienza dei migranti. “È previsto che in appartamenti di 40 metri quadrati con un solo bagno vengano ad alloggiare 9 persone, sono case non idonee. Poi si creerebbe nell’androne del palazzo una mensa comune. Qui ci sono appartamenti e famiglie e non un centro di accoglienza – ha spiegato Gianmarco, un residente della zona Paolina – Questi appartamenti sono stati costruiti su aree 167 (ossia ad edilizia popolare, ndr) come inquilini abbiamo dei vincoli e se dovessimo avere problemi di convivenza non possiamo andare via vendere o affittare le nostre case per cinque anni”.

“Dalla ditta costruttrice sapevamo che dovevano arrivare 4 o 5 nuclei di famiglie, non tutti giovani tra i 21 e i 27 anni, di cui una parte trasferiti da Ciampino dove hanno creato disagi. Noi siamo per l’accoglienza, ma che sia un’accoglienza giusta”, conclude il residente della zona Paolina, che poi aggiunge: “In queste palazzine già vivono 12 famiglie con bambini e donne incinte ed è previsto l’arrivo di 78 uomini. Lei non avrebbe paura a lasciare moglie e figli soli in un palazzo dove ci sono persone che non si conoscono?”.

Nel frattempo, il vice sindaco di Marino, Fabrizio De Santis, ha scritto al prefetto Gabrielli per chiedere di bloccare l’arrivo dei migranti, spiegando tutte le ragioni per cui le due palazzine rese disponibili dalla cooperativa RTI Tre Fontane – Senis Hospes, affittuaria degli immobili di proprietà della Flavia Costruzioni, non risultano idonee ad ospitare i rifugiati. Quegli immobili, scrive De Santis, sono stati costruiti in “convenzione per la concessione di aree di piano di zona 167 in diritto di superficie (atto notaio Minniti di Roma del 4.7.2007, registrata il 24.7.2007 e trascritta il 25.7.2007) e ogni diversa destinazione determinerebbe l’inevitabile decadenza dal diritto di superficie (L. 167/1962 e artt. 8 e 12 della convenzione)” e “le tipologie di abitazione in questione sono riservate esclusivamente ai soggetti che hanno titolo, poiché in possesso dei requisiti di cui all’art. 16 L. R. 12/1999 e art. 8 della convenzione”. Aggiunge il vicesindaco, “trattandosi di una struttura a destinazione residenziale e non alberghiera o ricettiva non sembra possibile ipotizzare la prestazione, a beneficio degli ospiti, dei servizi” richiesti nel bando che specifica come “l’ente gestore ha l’obbligo di avvalersi di strutture munite di destinazione urbanistica compatibile con il servizio. Pertanto l’aggiudicazione nel caso in questione – chiude la missiva del vicesindaco De Santis – è palesemente illegittima”.

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