Armando Manocchia: BANDIRE L’ISLAM IN EUROPA!

 

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Come riporta Le Figaro, il primo cittadino, il sindaco di Venelles, in Costa Azzurra, Robert Chardonha lanciato su Twitter l’idea di “vietare il culto musulmano in tutta la Francia”. Noi siamo con lui. Sono almeno 15 anni che lo diciamo nei convegni come nelle piazze, lo scriviamo sui giornali o sui social network, L’islam è INCOMPATIBILE CON LA DEMOCRAZIA, è INCOMPATIBILE CON L’OCCIDENTE.

Bandire l’Islam: il sogno di tutti gli Europei spaventati dal pericolo della islamizzazione dell’Europa. Vediamo sorgere moschee in tutta l’Europa, nelle metropoli e nei piccoli comuni,
Noi, non saremmo qui se non avessimo paura dei fatti incredibili che avvengono nel nostro Paese, fatti che sono frutto del relativismo, del falso buonismo e del becero multiculturalismo.
Ciò nonostante vediamo la mancata volontà dei nostri pseudo-governanti di fronteggiare l’invasione Islamica. Osserviamo impotenti che i nostri valori sono minati da una ideologia barbarica, ideologia che oggi si chiama islamismo fondamentalista, islamismo radicale, islamismo integralista.

Sappiamo tutti che in Europa, in accordo con la Carta dei musulmani d’Europa, nei suoi principi, regole e valori, l’islam è costruito intorno alle seguenti tre aree:
1) il credere secondo i sei pilastri, la fede-Credere in Dio, gli Angeli, il libro della rivelazione, i profeti, il Giudizio Divino;
2) la Sharia come espressione dell’agire umano;
3) il Codice Etico che pone le fondamenta per vivere una buona vita.
Queste tre aree sono complementari e interdipendenti.”

La Carta firmata a Bruxelles il10 Gennaio 2008, da più di 400 organizzazioni musulmane provenienti da 28 Paesi Europei, è stata presentata come uno strumento per una migliore integrazione dei musulmani nella società Europea.
In quella occasione, si dissero un sacco di balle, come: “l’Islam rispetta gli esseri umani” e “l’islam, chiede la parità tra uomini e donne” oltre a tutta la propaganda subliminale sull’Islam “come religione di pace, amore e tolleranza”.
Tutte queste organizzazioni musulmane hanno firmato la Carta, ma che, enfaticamente dichiara che la Shari’a una delle facce dell’islam e che queste associazioni si sono proposte di difenderla e divulgarla in Europa.

Che cosa è la shari’a? Tutti sappiamo che è un corpo di leggi, derivate dal Corano e dagli editti. Tutti sappiamo che è applicata in molti Paesi islamici come Arabia Saudita, Iran, Pakistan e Somalia Marocco solo per citarne alcuni..
Tutti conosciamo quali barbarie consente, ed è soprattutto questa la spiegazione per cui cominciamo a vedere nell’islam il pericolo, quel pericolo non considerato dai media che legano il somaro dove vuole il padrone per contratto. Pericolo rappresentato da una pseudo-legge, che consente , maltrattamenti, violenze, crimini, lapidazioni, amputazioni, acidificazioni e flagellazioni e impiccagioni, tutte atrocità che in questi Paesi vengono applicate in virtù della shar’ia e il terrorismo in virtù della jihad.

Cultura immigrazionista, cultura nichilista

La Corte Europea dei Diritti Umani in una sentenza del 31 Luglio 2001, con molta enfasi stabilì che la shari’a, è un sistema di leggi “chiaramente in contrasto con i dettami della Convenzione Europea dei Diritti Umani”
Prendendo questi esempi come base, abbiamo in Europa diversi gruppi di persone che apertamente dichiarano di lavorare all’approvazione di queste leggi antidemocratiche come la Lega Musulmana Mondiale, una ONG fondata dai Sauditi, che nel 2005 che ha provato ad aprire un Tribunale Islamico in Canada.

Ci sono leggi che proibiscono “i discorsi d’odio” o “ l’incitamento alla discriminazione” e non possiamo far nulla contro un tale attacco alla democrazia?
Secondo la legge,”qualsiasi associazione fondata per motivi illeciti o illegali, contro-legge, contro il consolidato modo di comportamento , che attentino all’integrità del territorio nazionale e alla forma di Governo della repubblica, sono assolutamente vietate e nulle”.
Così, una associazione musulmana che si prefigge di divulgare l’islam, e
comprende la shari’a, si pone in una posizione illegale, perché proponendo di installare la shari’a, significa attaccare la forma repubblicana di Governo.

Per questo motivo, ogni associazione musulmana dovrebbe essere dichiarata illegale e sciolta,come accadde per il Partito Islamico in Turchia,il quale fu messo al bando per attività anti governative.
I benpensanti diranno: “ E la libertà di religione, la libertà di culto? E la libertà di parola? E la libertà di associazione?
E’ proprio questa, la più classica delle armi, che emerge ad ogni tentativo di fare una critica all’Islam e alle associazioni musulmane.
I diritti in questione, la libertà di parola, religione ed associazione , sono riconosciute e protette rispettivamente dagli articoli 9, 10 e 11 della Convenzione.
Ma il sistema di leggi europee, è cieco solo quando non vuol vedere e quindi non provvede ad una protezione indiscriminata a chiunque lo invochi, è infatti chiaro che ognuno di questi diritti deve rispettare una serie di regole, condizioni, formalità, restrizioni e punizioni secondo prescrizioni di legge e necessità di una società democratica, nell’interesse della sicurezza nazionale, della sua integrità territoriale e sicurezza pubblica, per prevenire disordini e crimini, per la protezione della salute e della morale, per la protezione della reputazione e dei diritti degli altri, per prevenire la diffusione di informazioni confidenziali, o per mantenere l’autorità e l’imparzialità di giudici.
Per questo la Convenzione restringe l’area di protezione alle manifestazioni di libertà di credo, parola ed associazione, che non siano in linea con i principi per cui la Convenzione fu adottata.

Il Tribunale sentenzia che un partito politico può chiedere di cambiare le leggi o la struttura legale e costituzionale dello Stato soltanto se; a) i mezzi usati sono legali e democratici. b) i cambiamenti proposti sono compatibili con i principi democratici basilari. Per cui, un partito politico che decide di incitare alla violenza o che si propone un progetto politico che non rispetti una o più regole della democrazia, o punti alla sua distruzione e al non rispetto dei diritti e delle libertà conosciute, non può invocare la Convenzione per appellarsi a sanzioni motivate da dette violazioni.

Secondo il Tribunale, “un partito politico le cui azioni sono volte ad affermare la Sharia in uno degli Stati firmatari della Convenzione non può essere considerato una associazione rispettosa degli ideali democratici su cui si fondano i principi della Convenzione.”
Direte: “Ok, non puoi pensare che associazioni culturali e partiti politici siano la stessa cosa!”. Posso obiettare? ”Chi ci dice che sei soltanto una associazione culturale? ”. Lo affermano loro ! Diamo uno sguardo alla sostanza del loro obiettivo: Se c’e un gruppo di persone che si prefigge di instaurare una particolare legge in uno Stato sovrano, come chiamate questo gruppo di persone? Partito politico! Ci sono altre “associazioni culturali” oltre a quelle musulmane che si propongono un cambiamento delle leggi governative? Avete mai visto “associazioni culturali” che chiedono di poter avere un loro Tribunale? Se un gruppo di persone progetta di far approvare una legge speciale solo a suo uso e consumo e per i propri vantaggi, cercando di scardinare la legge comune, essi operano in campo politico e, nello specifico, la Carta dei musulmani d’Europa dice esattamente questo: “E’ necessario che i musulmani d’Europa si integrino positivamente nelle realtà in cui vivono, cercando un accordo per preservare la loro identità musulmana e i doveri derivanti dalla loro essere cittadini di una Nazione. Qualsiasi forma di integrazione che viene meno al riconoscimento del diritto dei musulmani a preservare la loro identità e il diritto a seguire i loro dettami religiosi non è nell’interesse dei musulmani o delle realtà europee in cui essi vivono.”

Questo significa in parole semplici: “Il musulmano non è obbligato ad integrarsi nelle loro realtà, ma deve pretendere il diritto di praticare i suoi obblighi religiosi, come la Sharia, che potrebbe portare ad un contrasto tra la legge islamica e le leggi democratiche seguite dagli altri cittadini.”

Tornando al punto fondamentale, tutte le associazioni musulmane il cui scopo è promuovere la legge Islamica sono partiti politici, che non prendono parte alle elezioni (solo perché è contro la sharia). Quindi, possiamo concludere, che sono associazioni illegali, perché il loro fine politico è anti-democratico, e non soltanto! La sharia viola tutte le restrizioni fatte a quei tre diritti fondamentali che i musulmani invocano a loro difesa:

la sharia è pericolosa per la sicurezza nazionale, perché sostiene e giustifica i gruppi che sostengono l’ostilità ai paesi considerati ostili; è pericolosa per la sicurezza perché sostiene la violenza contro i non-musulmani; è chiaramente un incitamento al disordine e al crimine, perché permette agli uomini di essere violenti con le loro mogli, figlie, sorelle, madri; è un pericolo per la reputazione e i diritti altrui, perché incita alla violenza contro i non musulmani, e insegna a biasimare, ebrei, cristiani e non credenti; è pericolosa per l’autorità e l’imparzialità dei tribunali, perché chiede l’istituzione di tribunali speciali in accordo con il loro credo religioso; e, in conclusione, perché tutte queste cose messe insieme attentano all’integrità territoriale!

Non ci sono scorciatoie nel nostro sistema di leggi attraverso le quali i musulmani possano passare. Se noi smantelliamo l’islam dalle sue fondamenta, se lo mettiamo in piena luce nelle aule di giustizia, non c’è alcuna possibilità per loro di continuare ad avanzare. Tutte le associazioni firmatarie della Carta che chiedono la Sharia, possono essere dichiarate associazioni politiche illegali, e smantellate.

Le moschee appaiono per quello che realmente sono: Tribunali musulmani; non c’è nessuna ragione precisa per avere delle moschee, se non per l’obbligo religioso di rafforzare il dominio politico dell’Islam, perché, come tutti sappiamo, i musulmani non necessitano di intermediari per praticare il loro culto e le preghiere giornaliere, ne hanno sacramenti da rispettare come è ad esempio per i Cristiani. La libertà di religione non è sacra, il che significa che non è esente da vincoli di restrizioni o considerazioni di natura politica.
In Italia la disposizione transitoria legata all’art.12 della Costituzione Italiana, mette al bando, sotto ogni forma, la riorganizzazione del Partito Fascista. La legge Islamica non è certamente più democratica di quanto non lo sia stata la legge fascista, per cui, non dovrebbe essere difficile mettere al bando le organizzazioni che hanno come fine quello di imporla, il che significa in ultima analisi, che non dovrebbe essere difficile bandire l’islam almeno dal punto di vista legale. C’è un modo alternativo di combattere efficacemente l’islam? Se non siamo in grado di sconfiggere l’Islam con il nostro sistema legale dei Diritti Umani, si ritorcerà contro, infatti, l’islam sta imparando ad usarlo contro di noi, per ottenere sempre più potere fino a distruggere la nostra società.

Non dobbiamo provare vergogna nell’usare il valore della tolleranza, per fare il più intollerante dei discorsi. “Ciò che per noi è orgoglio, forza e onore, i musulmani lo considerano debolezza e stupidità”! Noi abbiamo tutti gli strumenti per mettere al bando l’Islam: senza la sharia, l’islam non ha nessun senso, la Sharia è “immutabile” in accordo con quanto scritto nella Carta dei musulmani d’Europa. Gli studiosi musulmani dalle Università Islamiche chiedono da più di 20 anni in aperta sfida alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che sia sostituita con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani nell’Islam. E’ sotto gli occhi di tutti della legge Islamica, applicata in Indonesia, Arabia Saudita, Pakistan, Somalia e Iran Marocco etc. Tutti, dobbiamo trovare il coraggio civico di citare le organizzazioni Europee che sostengono questa ideologia totalitaria in giudizio, prima che i giudici stessi si convertano e diventino musulmani.
Concludendo, trattiamo i musulmani con tutto il rispetto dovuto, ma il rispetto è tale, solo quando è reciproco e applichiamo le nostre leggi anche a loro, considerandoli come noi, cittadini EUROPEI.

Armando Manocchia  @mail

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