Mafia Capitale: tra Buzzi e Coop cattoliche un patto per spartirsi migranti e finanziamenti

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9 Dic –  Nelle pagine dell’ordinanza il nome dell’Arciconfraternita compare diverse volte in merito al business dell’accoglienza degli stranieri. Nelle carte i pm parlano di “vero e proprio cartello di interessi” tra Buzzi e la rete di cooperative ricondotte all’Arciconfraternita volto a una spartizione dei migranti, e quindi dei finanziamenti.

Nell’ordinanza si legge che nel maggio del 2013 Buzzi e Tiziano Zuccolo, per alcuni anni camerlengo dell’Arciconfraternita e poi responsabile di alcune cooperative ad essa riconducibili, confermarono i termini dell’accordo: “Va be’, a Salvato’, noi l’accordo… l’accordo è quello al cinquanta, no?” e Buzzi confermava “ok,ok” aggiungendo: “io sto, sto a preme’ per gli altri centoquaranta”. Rispondeva Zuccolo: “Eh, bravo, l’accordo è al cinquanta per cento, dividiamo da buoni fratelli, ok?”. L’esistenza dell’accordo è confermata anche in un’altra intercettazione tra Buzzi e Sandro Coltellacci, tra gli arrestati. Afferma Buzzi: “Allora, di’ a Elton non sparasse cazzate, poi me lo passi e me lo inculo, allora, l’accordo con l’Arciconfraternita è ferreo, cinquanta e cinquanta”.

L’AFFARE DELL’ACCOGLIENZA – Si legge nell’ordinanza: “Sempre attraverso la cooperativa 29 Giugno, veniva poi costituita la cooperativa Formula Sociale, che si occupava della gestione delle aree verdi, ed il consorzio Eriches, che si occupava invece di accoglienza di immigrati in Italia. A tal proposito, Bolla precisava: “…però nasce e c’ha uno scatto di qualità nel momento in cui ci viene affidata l’emergenza Nord Africa, che riusciamo anche con l’apporto della Lega Coop a contendere al gruppo della Cooperativa cattolica … l’Arciconfraternita… il rapporto con loro, soprattutto dal punto di vista diciamo delle attività è sempre di 1 a 5, nel campo dell’accoglienza richiedenti asilo, nel campo dell’accoglienza minori…ai Misna perchè abbiamo anche quel settore… però già essere entrati… contemporaneamente riusciamo con Eriches anche nel campo dell’emergenza alloggiativa”. Poi precisava: “…Questo 1 a 5 però ci ha consentito di far si che il consorzio Eriches diciamo da un consorzio poco significativo che a stento raggiungeva il milione di euro fino al 2010 … abbia avuto un fatturato significativo, che stiamo intorno ai 16 milioni di euro, come fatturato”.

“NOVITA’ DAL VICARIATO?” – Non solo. Come riportato da diversi organi di stampa, il Vicariato compare negli atti dell’inchiesta anche in un’intercettazione dell’11 settembre 2013 tra Luca Odevaine, ex vice-capo di gabinetto dell’ex sindaco Walter Veltroni e membro del Tavolo nazionale sui rifugiati al Viminale, e Tiziano Zuccolo, camerlengo dell’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento e di San Trifone. Nella conversazione Odevaine chiede a Zuccolo se ci sono “novità dal Vicariato” in merito a un’iniziativa imprenditoriale lasciando così credere a possibili infiltrazioni della ‘cupola mafiosa’ anche nei ranghi del Vicariato. “Abbiamo deciso di fare un passaggio alto, molto alto” la risposta.

La Diocesi di Roma smentisce qualsiasi implicazione nell’inchiesta su mafia e appalti nella Capitale. Con una nota stampa infatti il Vicariato informa di aver bloccato da tempo le attività nel terzo settore dell’ente ecclesiastico ‘Arciconfraternita del Santissimo Sacramento e di San Trifone”. L’ente viene citato in alcune intercettazioni riportate nelle oltre mille pagine di ordinanza del Tribunale nelle quali emergerebbe il quadro di una spartizione “50/50” tra le cooperative riconducibili a Salvatore Buzzi e un responsabile di alcune cooperative legate all’Arciconfraternita.

INDAGINI INTERNE AL VICARIATO – Secondo quanto riporta in una nota il Vicariato di Roma però nel mese di marzo 2010 era già stato acceso un faro ‘interno’ sulle attività dell’ente ecclesiastico. “Il Cardinale Vicario Agostino Vallini dispose una visita canonica all’Arciconfraternita per procedere ad una ricognizione della vita associativa, delle iniziative e delle attività svolte dalla medesima” si legge nella nota. Vallini “nelle more del procedimento canonico, chiese all’Arciconfraternita di astenersi dal concorrere a bandi pubblici per l’ottenimento di finanziamenti diretti alla realizzazione di nuovi progetti, oltre quelli già in essere” continua la nota. La visita infatti rivelò come le attività dell’Arciconfraternita delineavano l’Ente “più come una impresa sociale che come un ente ecclesiastico di culto e di religione”. Riscontrate anche delle irregolarità: “L’utilizzo dello strumento del subappalto a favore di Cooperative sociali con personale delle stesse, contravvenendo alle norme di legge”.

STOP A NUOVE CONVENZIONI – Da qui la decisione del Vicariato di imporre il divieto “di nuove convenzioni e accreditamenti diretti con la Pubblica Amministrazione” con l’obbligo “di portare a termine i progetti ancora in essere, entro il termine improrogabile della naturale scadenza (31 dicembre 2012), in vista dell’estinzione dell’Arciconfraternita stessa”. Risultato: dal 2 ottobre 2012 l’Arciconfraternita cedette, con atto pubblico, i progetti alle Cooperative sociali di riferimento. “Pertanto non risponde al vero che le attività svolte dalla Cooperativa ‘Domus caritatis’ e dal Consorzio ‘Casa della solidarietà’ siano riconducibili all’Ente ecclesiastico Arciconfraternita del Santissimo Sacramento e di San Trifone, di cui è in corso la procedura di estinzione. Di conseguenza il Vicariato di Roma è del tutto estraneo alle attività delle suddette cooperative sociali.

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