AirFrance e Lufthansa in ginocchio: miliardi di aiuti di Stato con Ok della Ue

Tra le aziende colpite in maniera più dira dalla crisi del coronavirus ci sono sicuramente le compagnie aeree, che stanno affronatando una crisi senza precedenti di cui al momento è difficile vedere a fine. E così diverse capitali stanno scendendo in campo per salvare le compagnie di bandiera. Parigi e Berlino hanno entrambe messo in campo piani miliardari per salvare Air France e Lufthansa dal rischio fallimento e per ridurre il più possibile le ripercussioni sull’occupazione nel settore.
Il piano francese

La Francia ha messo sul piatto 7 miliardi di aiuti per i quali è arrivato già l’ok della Commissione europea. “Questa garanzia e questo prestito per gli azionisti concesso dalla Francia, per un importo di 7 miliardi di euro, forniranno ad Air France la liquidità di cui ha urgentemente bisogno per resistere alle ripercussioni della pandemia”, ha affermato il commissario europeo alla Concorrenza, Margrethe Vestager, in un comunicato stampa.

Allentate le norme sulla concorrenza – – L’esecutivo Ue ha allentato le norme sugli aiuti di Stato a metà marzo per consentire ai Governi di sostenere le imprese e contrastare l’impatto economico della pandemia. I prestiti francesi ad Air France saranno suddivisi in 4 miliardi di prestiti bancari garantiti dal 90% dallo Stato e 3 miliardi da prestiti diretti, con impegni in cambio di migliorare la sua redditività e ridurre delle sue emissioni di CO2. “La Francia ha anche dimostrato che tutte le altre possibilità di ottenere liquidità sui mercati erano già state esplorate ed esaurite”, ha spiegato la Commissione, secondo cui “in assenza di sostegno pubblico Air France sarebbe senza dubbio esposta al rischio di fallimento a seguito della sospensione delle sue attività”.

Più complicate le cose per Lufthansa, per cui pure il governo di Angela Merkel è pronto a scendere i campo, ma in maniera più soft, visto che comunque il Paese famoso per il rigore con gli altri Stati europei, è solito applicare lo stesso rigore alla sua economia nazionale. Come rivelato dal settimanale “Der Spiegel”, il piano di salvataggio di Lufthansa si articola su una combinazione di partecipazione tacita senza diritto di voto, una partecipazione con diritto di voto da parte del governo federale e su prestiti erogati dalla banca statale Istituto di credito per la ricostruzione (Kfw). Questo significa che Berlino è disposta a metterci i soldi ma poi vuole anche voce in capitolo nelle scelte dell’azienda. L’iniziativa avrebbe un valore di 10 miliardi di euro, con una partecipazione statale del 25,1 per cento, che con due seggi nel consiglio di vigilanza formerebbe una minoranza di blocco e avrebbe un valore di circa 1 miliardo di euro. Altri 5,5 miliardi di euro verrebbero erogati sotto forma di capitale senza diritto di voto, per cui il governo federale chiede una cedola del 9 per cento. Ulteriori 3,5 miliardi di euro sarebbero invece, prestiti del Kfw.“

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