Doveva eliminare la corruzione in Kosovo, missione UE nella bufera per tangenti

Lanciata sei anni fa per aiutare i kossovari a combattere corruzione e illegalità, la missione “Eulex” è finita al centro della bufera mediatica per un caso di presunte tangenti che coinvolge alti funzionari di mezzo mondo. La criminalità organizzata e corruzione nel sistema politico del Paese siano notevolmente peggiorati dal 2008 ad oggi.

EULEX

 

Eulex, costata più di un miliardo di euro, ha lasciato il Kosovo in condizioni ancora peggiori di quelle in cui si trovava all’inizio della missione.

[box] E FIGURIAMOCI SE NON C’ERA DI MEZZO L’ONU!! La missione EULEX (European Union Rule of Law Mission in Kosovo) è stata approvata dall’Unione Europea il 16 febbraio 2008 e consiste nell‘invio di 2000 persone in Kosovo. La missione è europea e non deriva da una risoluzione ONU; tuttavia essa recepirà le funzioni svolte dalla missione ONU UNMIK e seguirà in parte quanto previsto dal piano stilato dal rappresentante ONU Martti Ahtisaari.

Con la partenza della missione «Eulex» il Rappresentante speciale dell’Ue in Kosovo dicventa l’olandese Peter Feith à una sortà di «viceré» con il potere di licenziare i politici locali e abrogare leggi se non rispettano gli standard Ue. NDR[/box]
Ivan Francese – Gio, 06/11/2014 – 17:09

Non è ancora passata una settimana dall’insediamento di Federica Mogherini come Alto rappresentante per la politica estera della Ue che già il neo “ministro degli esteri” dell’Unione si trova per le mani una bella patata bollente, forse la peggiore degli ultimi decenni di tutta la politica estera europea.

Si tratta dello scandalo di corruzione che ha travolto Eulex, missione avviata nel 2008 per assistere il cammino verso la democrazia del neonato Kosovo. Maria Bamieh, il procuratore britannico che ha svelato i numerosissimi casi di tangenti ed episodi di corruzione di cui sono accusati i più alti gradi di Eulex, è stata sollevata dal suo incarico. Il pubblico ministero britannico punta il dito contro quelli che chiama “due anni di mobbing, ispezioni e controlli”, dovuti, secondo lei, alle accuse che aveva mosso contro i massimi responsabili della missione europea.

Nel mirino delle accuse della Bamieh è finito tra gli altri il magistrato italiano Francesco Florit, accusato di aver preso tangenti in cambio dell’insabbiamento di alcune indagini. Florit però sostiene che queste ipotesi siano “senza fondamento” e, pur accusando la Bamieh di essere “molto abile a relazionarsi con i media nonostante sia sotto indagine amministrativa da due anni”, si dice contento che la questione venga esaminata fino in fondo. Con lui, tra gli altri, sono stati accusati anche il procuratore ceco Jaroslava Novotna e il magistrato anglo-canadese Jonathan Ratel.

Nel frattempo, lo scorso 24 ottobre la Bamieh è stata rimossa dal suo incarico a Pristina, capitale del Kosovo, per “cattiva condotta”: Eulex ha fatto sapere che è sospettata di aver diffuso documenti riservati. La donna ha negato ogni accusa e continua a sostenere di essersi rivolta alla stampa solo dopo che le erano state contestate le accuse.

“È una vergogna che un’organizzazione che dovrebbe rappresentare la legge non sia essa stessa sottoposta alla legge – attacca la Bamieh parlando a The Guardian – Che messaggio stiamo mandando al Kosovo? È come se dicessimo al popolo kossovaro che se qualcuno dell’organizzazione criminale parla, bisogna prenderlo a calci nei denti. Stiamo dando l’impressione di non essere persone serie per quanto riguarda la corruzione, che l’istituzione chiamata a garantire la legalità si comporta in realtà in modo vergognoso.”

Nel frattempo il nuovo responsabile di Eulex, Gabriele Meucci, assicura di “prendere molto sul serio” le accuse della Bamieh, ed anche la Mogherini ha annunciato, da Bruxelles, che una commissione legale indipendente ed esterna sarà inviata in Kosovo per monitorare la situazione. Una misura accolta con favore dalla diretta interessata: “Ben venga un’indagine indipendente, non mi fido di quelle interne”, chiosa la Bamieh.

Eulex, costata più di un miliardo di euro, in sei anni ha lasciato il Kosovo, da cui aveva promesso di estirpare la corruzione, in condizioni ancora peggiori di quelle in cui si trovava all’inizio della missione. Analisti locali interpellati da The Guardian ricostruiscono come il livello di criminalità organizzata e corruzione nel sistema politico del Paese siano notevolmente peggiorati dal 2008 ad oggi.

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