16 giu – “Ci vuole più coraggio per fare la pace che per la guerra, vi ringrazio dal profondo del cuore per aver accettato il mio invito a venire qui per invocare insieme da Dio il dono della pace”. Così Papa Francesco ha accolto in Vaticano il presidente israeliano, Shimon Peres, e quello palestinese, Abu Mazen, per l’incontro di preghiera per la pace in Medio Oriente a cui hanno partecipato anche rabbini e imam.
Il giornalista Hamed Abdel-Samad, che parla correntemente l’arabo e soprattutto conosce bene il Corano, scrive sulla sua pagina Facebook: “Nel giardino del Vaticano, l’imam musulmano ha concluso la sua preghiera con il versetto: “Che Allah ci aiuti nella vittoria contro gli infedeli!”
Ecco che fine ha fatto a preghiera inter-religiosa. Ancora una volta, l’ingannevole culto islamico è stato smascherato – e in Vaticano! Grazie a Dio abbiamo gente come Hamed Abdel-Samad. Resta da chiedersi come il papa abbia potuto fidarsi di una religione in cui l’inganno e la menzogna sono ammessi per la causa dell’Islam, cioè la Taqiyya è espressamente consentita.
In Italia, in Vaticano come nelle moschee, dovrebbe valere la regola: in casa mia parli la mia lingua. Quello che è accaduto è di una certa gravità perchè il papa, non conoscendo l’arabo, ha involontariamente avallato una preghiera per la distruzione del cristianesimo.
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